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Le 5 città più belle d’Italia secondo l’Unesco

Le 5 città più belle d’Italia – Sono diverse le suggestioni culturali delle città italiane, tanto che l’Unesco ne ha raccolte tantissime: tra le città più belle Assisi, Modena, Matera, Verona e Palermo

Quali sono le 5 città più belle d'Italia
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Dire quali siano le città più belle d’Italia non è semplice. Ognuno ha sicuramente un luogo del cuore ma esistono anche delle caratteristiche culturali, che ogni centro urbano possiede, e che difficilmente sono paragonabili. Come si fa infatti a comparare la storia che Roma rappresenta coi suoi monumenti al fascino romantico di Venezia? Come si fa a dire se sia meglio la misteriosa Torino alla verace Napoli? E se Lecce è la Firenze del Barocco, Firenze è la città del Rinascimento. L’Unesco, attraverso il suo repertorio di siti culturali, afferma l’estrema bellezza di molte località italiane. Sono naturalmente più di 5, ma qui di seguito c’è una selezione all’interno di ciò che l’organizzazione ritiene patrimonio dell’umanità.

Le 5 città più belle d’Italia: Assisi

Assisi

Assisi è in provincia di Perugia, in Umbria. La ragione per cui tutti conoscono questa città è per aver dato i natali a san Francesco, patrono d’Italia. La spiritualità e l’assetto urbanistico qui si fondono per creare paesaggi unici, pregni di misticismo e bellezza: dalle basiliche di San Francesco e Santa Chiara a quella di Santa Maria Maggiore, da San Pietro a Santa Maria degli Angeli. “Assisi – si legge sul sito dell’Unesco – rappresenta un esempio unico di città santuario, inserita perfettamente nel suo ambiente naturale, che dalle sue origini umbro-romane e medievali è giunta fino ai giorni nostri senza soluzione di continuità. La città possiede un patrimonio di tesori d’arte e architettura religiosa, tra i quali la Basilica di San Francesco, un eccezionale esempio di complesso architettonico che ha influenzato in maniera significativa lo sviluppo dell’arte e dell’architettura stessa”.

Matera

Matera

Matera è uno dei due capoluoghi di provincia della Basilicata. È al tempo stesso una città veracemente antica ma senza dimenticare i comfort della modernità: molte abitazioni all’interno dei Sassi sono oggi infatti strutture ricettive lussuose e davvero affascinanti. Ed è altrettanto affascinante come la città, cui era stata affibbiata, meno di un secolo fa, la nomea di luogo arretrato, sia riuscita a diventare uno dei luoghi più interessanti per il turismo culturale in Italia. “Le grotte nei Sassi – scrive ancora l’Unesco – sono di diverse forme e dimensioni e col tempo divennero la base per la sopraelevazione delle prime abitazioni, integrandosi pienamente con l’ambiente anche grazie all’utilizzo, per gli elementi edificati, delle stesse rocce di scavo dei vani. Il risultato è un insieme di abitazioni sui toni del grigio e del bianco che a malapena si distinguono dalle rocce nelle quali sono inserite”.

Modena

Modena

Per molti il Medioevo rappresenta, a torto, un periodo buio della storia. Certo, in alcuni ambiti della vita era così: il progresso tecnico e scientifico ancora non aveva conosciuto l’esperienza del metodo sperimentale, la vita era parzialmente permeata da credenze magiche, e le norme igieniche erano quanto più lontano da ciò che si potrebbe immaginare oggi. Ma il Medioevo, in Italia e in Europa, ha restituito ai posteri complessi artistici che non hanno eguali: è qualcosa che si può osservare chiaramente passeggiando per Modena, capoluogo di provincia dell’Emilia Romagna, in un centro storico la cui architettura è profondamente ricca di suggestioni.

ùSecondo l’Unesco, “Il complesso monumentale costituito dalla Cattedrale, dalla Torre Civica e dalla Piazza Grande offre un esempio di sviluppo urbano strettamente collegato ai valori della vita civica, specialmente nelle relazioni che esso rivela tra l’economia, la religione e la vita politica e sociale della città. Tra il XII e il XIII secolo il complesso monumentale ha rappresentato una delle principali scuole di un nuovo linguaggio figurativo destinato ad avere una enorme influenza sullo sviluppo dell’arte romanica nella pianura padana. A livello europeo, le sculture della Cattedrale di Modena offrono un punto di vista privilegiato per comprendere il contesto culturale che ha accompagnato la rinascita della scultura monumentale in pietra”.

Verona

Verona

Verona è uno dei capoluoghi di provincia del Veneto. Nell’immaginario collettivo è la città dell’Arena e di Romeo e Giulietta. Tutti conoscono questi beni culturali, ma in questa città c’è anche molto altro da ammirare, ancora una volta rispetto al retaggio medievale: “Le porte monumentali e le fortificazioni testimoniano l’importanza strategica della città, che fino al 20° secolo è rimasta compresa nelle mura ricostruite dagli Scaligeri nel Medio Evo e viene considerata un grandioso esempio di roccaforte militare, oltre che un’eccellente rappresentazione del concetto stesso di città fortificata che si è sviluppata progressivamente per oltre duemila anni incorporando gli elementi artistici di ogni epoca”.

Palermo

Palermo

La storia di ogni essere umano è la somma delle proprie esperienze, e la storia di una città è la somma di esperienze collettive, quelle che la storia ha registrato tra le proprie pagine, con gli incontri, gli scontri, i lasciti, le influenze. La città di Palermo, capoluogo di regione della Sicilia, è in effetti un esempio lampante di questo.

Qui la storia è stata crocevia delle incursioni dei Mori, dello sviluppo culturale dei Normanni – grazie alla Scuola Poetica Siciliana, alcuni linguisti sostengono che sia la Sicilia la patria del volgare che ha portato alla costituzione dell’italiano regionale – degli scambi con la vicina Calabria. Palermo è un ricco mosaico dal punto di vista culturale: “Il sito è la straordinaria testimonianza della particolare condizione politica e culturale vissuta dalla Sicilia in quel periodo e caratterizzata da una proficua convivenza di genti di diversa provenienza e diversa religione (musulmani, bizantini, latini, ebrei, lombardi e francesi) che favorì l’interscambio di valori umani e la fioritura di una vivace stagione di sincretismo culturale”.

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