Home

“Arianna”, l’app per i non vedenti sviluppata da ricercatori Unipa

Come già raccontato qualche settimana fa, un gruppo di ricercatori dell’Università di Palermo ispirati al mito greco di Arianna e Teseo hanno creato un app che aiuta i non vedenti, proprio come Arianna per uscire dal labirinto del Minotauro. Il gruppo di lavoro per il sistema Arianna è composto da Pierluigi Gallo, Ilenia Tinnirello, Laura Giarré, Domenico Garlisi, Daniele Croce ed Adriano Fagiolini.

L’applicazione è stata presentata lo scorso 6 dicembre nell’ambito di una giornata di studio sul tema: Neuroscienziati e scienziati delle tecnologie dell’informazione al lavoro per comprendere le funzioni della visione e sviluppare soluzioni innovative che permettano ai non vedenti di aumentare la loro indipendenza e migliorare il loro inserimento sociale, organizzata dalla Fondazione Andrea Bocelli e dal MIT Massachusset Institute of Thecnology di Boston, alla presenza di scienziati di fama internazionale nella riabilitazione e nelle tecnologie assistive per non vedenti.

L’evento è stato organizzato dalla professoressa Laura Giarré del DEIM dell’Università di Palermo, che è anche coordinatore scientifico e membro dell’Advisory Board della Fondazione Andrea Bocelli.

Pierluigi Gallo, ricercatore dell’Università di Palermo ha presentato, all’interno della exhibition di applicazioni collegata alla giornata, il sistema di navigazione per ipovedenti e non vedenti sviluppato dai ricercatori palermitani. Il sistema Arianna ha riscosso un grande successo, come dimostrato dall’interesse dei mezzi di informazione sul web e sulla carta stampata.

«I non vedenti vivono in un labirinto buio – spiega Pierluigi Gallo – e l’unico modo per uscire è creare una mappa virtuale dell’ambiente. Arianna, acronimo di ‘pAth Recognition for Indoor Assisted NavigatioN with Augmented perception’, svolge proprio questo compito. L’applicazione sfrutta la fotocamera dello smartphone per individuare un tracciato sul pavimento, mentre l’utente mantiene un dito sullo schermo. Quando la linea arriva a trovarsi sotto il dito, il dispositivo vibra. Muovendo lo smartphone, il non vedente può seguire la linea, nello stesso modo in cui userebbe un bastone. Lungo il percorso possono essere posizionati dei QR code che danno all’utente altre informazioni, come la presenza di bar, negozi o toilette».

Condividi

Post correlati

A proposito dell'autore

Responsabile Comunicazione Istituzionale Unipa e direttore di Ateneo News