4 Dicembre 2025

Semestre filtro Medicina: 8 studenti su 10 contrari alla riforma | I rischi del nuovo Sistema

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Università Medicina - fonte:Archivio interno

Il nuovo semestre filtro per Medicina non convince: l’indagine di Testbusters rivela criticità economiche, formative e organizzative. Le città con più iscritti sono Milano, Roma, Torino, Bologna e Padova.

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Università Medicina – fonte:Archivio interno

Il nuovo semestre filtro introdotto dal Ministero dell’Università guidato da Anna Maria Bernini, che mira a sostituire l’ormai storico test d’ingresso per accedere alle facoltà di Medicina, genera forti polemiche. Un’indagine condotta da Testbusters, che ha coinvolto oltre mille studenti attraverso questionari e analisi dei dati disponibili, ha rivelato un generale malcontento: 8 studenti su 10 si dichiarano contrari alla riforma.

Il motivo principale? Il nuovo sistema è percepito come stressante, poco chiaro e con numerosi ostacoli economici e organizzativi. Solo il 4% degli intervistati si sente più sicuro rispetto al proprio futuro formativo e professionale con il semestre filtro.

Didattica online e disparità formative: l’80% delle università sceglie la DAD

Uno dei dati più significativi emersi riguarda la modalità con cui verrà erogato l’insegnamento nel semestre filtro. Circa l’80% delle università italiane ha optato per la didattica a distanza, secondo quanto riportato nella sezione “Iscrizioni e Pagamenti” della piattaforma dedicata. Alcuni atenei offrono una modalità mista (in aula e online), ma questa soluzione rischia di creare una forte disparità tra studenti.

Chi può frequentare in presenza beneficia infatti di un approccio più diretto e qualitativamente migliore, mentre chi segue da remoto spesso deve fare i conti con una formazione meno efficace, soprattutto in un ambito delicato come quello medico.

Problemi economici per le famiglie e rischio esclusione dai servizi

Nonostante la DAD possa aiutare a risparmiare sui costi d’affitto per gli studenti fuori sede, le famiglie restano comunque esposte a importanti spese. Oltre alla quota forfettaria di iscrizione al semestre filtro e ai costi del materiale didattico, gli studenti non sono ancora formalmente immatricolati. Di conseguenza, rischiano di essere esclusi da borse di studio, mense, alloggi universitari e altre agevolazioni previste dal diritto allo studio.

Le città con più iscritti: Milano, Roma, Torino, Bologna e Padova

I dati sulle iscrizioni dimostrano che gli studenti si stanno già organizzando per affrontare il semestre filtro. Le città che stanno registrando il maggior numero di iscritti sono Milano, Roma, Torino, Bologna e Padova, ovvero i centri urbani dove il costo della vita – e in particolare degli affitti – è tra i più alti d’Italia. Questo conferma che, nonostante la DAD, la pressione economica resta elevata.

La riforma potrebbe peggiorare la situazione, non migliorarla

Come sottolineato da Ludovico Callerio, amministratore delegato di Testbusters, la riforma presenta numerose criticità:

“Se da un lato l’idea di superare il precedente test può incontrare consenso, dall’altro i problemi di risorse, sostenibilità e qualità della formazione restano aperti. Il rischio è che la riforma crei più problemi di quanti ne risolva, senza affrontare le vere criticità del SSN.”

Un nodo cruciale è la copertura finanziaria. Come riportato da La Stampa, secondo gli ultimi dati OCSE, il costo complessivo per le famiglie italiane potrebbe arrivare a 500 milioni di euro all’anno, contro i 5-10 milioni del vecchio sistema basato sul test. Questo aumento dei costi, se non accompagnato da un potenziamento di strutture e docenti, potrebbe abbassare drasticamente la qualità della formazione medica in Italia.

Il vero problema non è l’accesso, ma la fuga dei medici dal SSN

La riforma, secondo il Ministero, dovrebbe contribuire a contrastare la carenza di medici in Italia, ma gli esperti contestano questa visione. L’Italia ha già un numero di medici superiore alla media OCSE (4,1 ogni 1.000 abitanti contro i 3,7 europei), ma ogni anno circa 4.000 medici abbandonano il Servizio Sanitario Nazionale, attratti dal privato o dall’estero.

Il vero problema, dunque, non è tanto l’accesso alla facoltà di Medicina, quanto la difficoltà nel trattenere i professionisti all’interno del sistema pubblico, già penalizzato da anni di definanziamento.

Uno stress prolungato che può influenzare le scelte future

Secondo lo studio di Testbusters, l’81% degli studenti teme uno stato di stress e ansia prolungato legato alla preparazione e alla valutazione durante il semestre filtro. Un percorso di sei mesi pieno di incertezze, che potrebbe influenzare negativamente le scelte future degli studenti, soprattutto per chi non ha un “piano B” alternativo e rischia di perdere un intero anno accademico.

Le proiezioni future: boom di medici solo dal 2029

I dati OCSE confermano che il fabbisogno di nuovi medici calerà dal 2029, anno in cui i nuovi ingressi supereranno i pensionamenti. Basti pensare che nel 2023 si sono immatricolati quasi 20.000 studenti, mentre nel 2034, quando completeranno il percorso, andranno in pensione solo 7.000 medici. I pensionamenti scenderanno sotto quota 5.000 all’anno, mentre il numero di posti disponibili per Medicina e Chirurgia è raddoppiato dal 2018.

Fonte: La Stampa, Testbusters, OCSE

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