4 Dicembre 2025

CONCORSI “TRUCCATI”? BUFERA ALL’UNIVERSITÀ DI PALERMO

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Unipa- fonte: web

CONCORSI “TRUCCATI”? BUFERA ALL’UNIVERSITÀ DI PALERMO — Il 19 luglio 2022 l’Espresso ha raccontato la scelta del docente e ricercatore Giuseppe Leone (Letteratura inglese) di restituire l’Abilitazione Scientifica Nazionale di II fascia conseguita nel 2018, sostenendo che nell’Ateneo di Palermo non vi fossero «le condizioni per fare ricerca».

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Alla ministra dell’Università Cristina Messa, Leone ha inviato una lettera con due registrazioni audio che, secondo la sua ricostruzione, confermerebbero scelte di concorso «decise prima delle selezioni».

Nel settore di Letteratura inglese dell’Università di Palermo, osserva il docente, da dodici anni non si bandiva un posto da ricercatore, mentre sarebbero stati pubblicati bandi per figure di fascia superiore (prima un ordinario, poi un associato) quando il referente di settore era andato in pensione. Leone afferma di aver lavorato per quindici anni come ricercatore non strutturato nell’Ateneo, dal 2005.

CONCORSI “TRUCCATI”? L’archiviazione del primo esposto

Un primo esposto presentato da Leone è stato archiviato dal Gip. Nelle motivazioni riportate dall’inchiesta si legge che la scelta di bandire un posto di ordinario anziché ricercatore può anche essere stata effettuata con la finalità di favorire un candidato, ma «tale opzione non è regolata da alcuna norma di legge»: la tipologia di figura da mettere a bando rientra dunque nella discrezionalità amministrativa. «Resta l’ombra sulla scelta fatta a priori», osserva l’articolo.

Perché è un caso che parla a tutta l’accademia

Il caso riaccende il dibattito su trasparenza e programmazione dei fabbisogni: la scelta del profilo da bandire (ricercatore, associato, ordinario) è legittimamente discrezionale, ma richiede motivazioni chiare e verificabili per evitare l’idea — o il rischio — di procedure «su misura». La denuncia di Leone si inserisce in un quadro più ampio di criticità nel reclutamento, con possibili ripercussioni su continuità della didattica, opportunità per giovani ricercatori e qualità della ricerca.

CONCORSI “TRUCCATI”? La posizione di Leone

Dagli audio depositati da Giuseppe Leone emergerebbe che entrambi i concorsi fossero stati banditi “su misura”. Il docente ha presentato una prima denuncia, poi archiviata dal Gip: secondo il provvedimento, pur potendo apparire che la scelta di bandire un posto da ordinario al posto di un ricercatore fosse finalizzata a favorire un candidato, «tale opzione non è regolata da alcuna norma di legge». Tradotto: la tipologia di figura da mettere a bando rientra nella discrezionalità dell’Ateneo. Resta tuttavia l’ombra di una decisione presa a priori, con i verbali dei concorsi mai recuperati dalla polizia giudiziaria.

Leone, dopo un dottorato, una tesi pubblicata, cinque volumi scientifici, numerosi articoli su riviste di fascia A, concorsi nazionali e internazionali e anni di insegnamento a Palermo (dal 2005, anche come relatore e correlatore di tesi di laurea), ha scelto di restituire l’Abilitazione Scientifica Nazionale in Letteratura inglese. «Ho lavorato per l’Ateneo di Palermo per quasi vent’anni e, improvvisamente, in concomitanza con i concorsi del mio settore, la mia prestazione è diventata superflua. Sono stanco, mi fermo», ha dichiarato.

Negli audio si ascoltano anche le parole di un superiore che gli avrebbe detto chiaramente: «Io sono stato obbligato a fare questo», riferendosi a chiamate considerate “ad personam”.

Così, a 53 anni, dopo una carriera interamente spesa nell’Università di Palermo, Leone ha deciso di abbandonare la ricerca. Una presa di posizione radicale, che denuncia un sistema di reclutamento accusato di essere condizionato da logiche baronali. Un caso emblematico che, secondo molti osservatori, non riguarda solo Palermo ma fotografa un meccanismo diffuso in più atenei italiani.


Nota: Questo articolo è basato sull’inchiesta pubblicata da l’Espresso il 19 luglio 2022 e sulla documentazione di denuncia-querela datata 10 luglio 2023 fornita in copia. Eventuali repliche dell’Università di Palermo o degli interessati, se pervenute, saranno riportate in aggiornamento.

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