Ho 21 anni e sto decidendo se lasciare la Sicilia: una lettera che fa male

Mi chiamo Giovanni, ho 21 anni.Non sto cercando fortuna, sto cercando spazio. Ogni anno vedo la...

Giovane siciliano di 21 anni guarda il mare e riflette se lasciare la Sicilia

Mi chiamo Giovanni, ho 21 anni.
Non sto cercando fortuna, sto cercando spazio.

Ogni anno vedo la stessa politica, la stessa finanziaria, le stesse mancette distribuite a chi ha il padrino giusto.
E io resto qui a chiedermi se vale la pena restare in una terra che non sembra voler investire su di me.

Non è rabbia.
È stanchezza.
Ed è forse la cosa peggiore.

Questa è la mia lettera.
Leggetela. E ditemi se sbaglio.

Lettera di Giovanni, 21 anni

Mi chiamo Giovanni, ho 21 anni e in questi giorni sto cercando di capire se restare in Sicilia o andarmene.
Non per sogni di gloria, non per fare carriera chissà dove. Solo per capire se qui c’è spazio anche per me, senza dover chiedere permesso a nessuno.

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Accendo le notizie e vedo che siete di nuovo lì, a discutere della finanziaria. Ogni anno è la stessa scena. Cambiano i volti, cambiano i partiti, ma il copione resta identico: contributi, emendamenti, fondi “mirati”. Mirati a chi, però, non l’ho mai capito bene. So solo che non sono mirati a noi.

Io vedo una Sicilia dove se non hai un padrino politico resti fermo. Dove i territori contano solo se portano voti. Dove le opportunità non arrivano perché sono giuste, ma perché qualcuno le ha “chieste”. E io non so a chi chiedere.

Studio, mi impegno, faccio sacrifici come li fanno i miei genitori. Ma ogni volta che guardo come funziona davvero questa terra, mi viene da pensare che qui non vince chi è bravo, vince chi è collegato. E questo, a 21 anni, stanca già.

Mi dicono: “Resisti, le cose cambieranno”.
Ma intanto voi siete ancora lì a distribuire pezzi di bilancio come fossero favori personali.
E io sono ancora qui a chiedermi se vale la pena restare fedele a un posto che non sembra volerlo essere con me.

Non sono arrabbiato. Sono peggio: sono stanco.
Stanco di sentirmi dire che devo amare la mia terra mentre la mia terra sembra chiedermi solo di arrangiarmi. Stanco di una politica che parla di giovani solo quando serve una parola buona nei discorsi.

Forse me ne andrò.
Non perché voglio, ma perché qui non vedo spazio.
E la cosa che fa più male è questa: non mi state cacciando con un atto ufficiale. Mi state accompagnando alla porta, un bilancio alla volta.

BASTA CON IL SISTEMA CUFFARO! QUESTA LETTERA NON E’ SOLO UNA DENUNCIA

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