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I nuovi confini della promozione della cultura digitale a Unipa

L’Università degli Studi di Palermo conferma il suo ruolo guida nella sfida dell’innovazione e nella promozione della cultura digitale sui temi maggiormente di punta del panorama Ict quali i Big Data e il Cloud Computing.

«L’Università è il motore propulsivo della creazione di nuova conoscenza e della trasmissione del sapere alle nuove generazioni – commenta il rettore, professor Fabrizio Micari – Ponendo una grande attenzione alla cultura digitale Unipa guarda al futuro e garantisce una formazione e dei servizi sempre più efficaci ed innovativi».

La promozione della cultura digitale è, oggi, sempre più, un fattore chiave nelle strategie per la competitività e il progresso della società contemporanea.

«L’Università degli Studi di Palermo vuole promuovere la cultura digitale come motore di sviluppo e innovazione per la società del futuro», afferma il professor Giuseppe Lo Re, delegato del rettore ai “Servizi Informativi di Ateneo».

È in questa chiave che l’Ateneo siciliano, di cui ricorre quest’anno l’anniversario dei 210 anni di storia, ha dato vita ad un insieme di incontri di formazione sui temi legati al cloud computing e alla gestione dei big data.

Metodologie e strumenti appropriati consentono di recuperare enormi quantità di dati da molteplici sorgenti e fornire informazioni aggregate in maniera tempestiva eseguendo analisi e sfruttando le potenzialità di avanzati modelli previsionali, di cui è facile intuire l’importanza cruciale in ambito non solo accademico.

Nel corso dei primi incontri sono stati affrontati i temi dell’analisi dei Big Data su Google Cloud Platform, una tra le più robuste e performanti al mondo, utilizzando Apache Hadoop, un framework di supporto alle applicazioni distribuite in grado di semplificare le operazioni di storage e gestione dei big data.

Lorenzo Ridi, uno dei 38 Google Cloud Platform Authorized Trainer al mondo e unico presente in Italia, Software Engineer e Technical Trainer all’interno del Dipartimento Cloud di Noovle, principale premier partner di Google for work in Italia e in Europa e tra i primi 50 in tutto il mondo, è stato uno dei docenti di riferimento.

«Grazie alla pervasività dei moderni sistemi di comunicazione e alle nuove tecnologie è possibile non solo supportare la formazione tradizionale, strutturata e curriculare, rendendola più efficace, ma anche introdurre nuovi strumenti capaci di soddisfare nuove esigenze formative strettamente collegate alle opportunità offerte dai territori», commenta il professor Pietro Paolo Corso, delegato del rettore al coordinamento delle attività relative al Pon Metro.

L’iniziativa di promozione culturale relativa all’innovazione digitale si inserisce in un programma di più ampio respiro che l’Ateneo ha avviato da qualche anno e che ha contribuito a posizionare Unipa al 3° posto per l’accesso ai servizi web (Censis) subito dopo mega-atenei del calibro di Torino e Bologna.

In particolare, la collaborazione con Noovle ha consentito una serie di interventi tra i quali l’introduzione della GSA (Google Search Appliance) per l’indicizzazione del portale di Ateneo e la fornitura delle Google Apps a tutti gli studenti e a tutto il personale dell’Ateneo. Grazie alle Google Apps gli studenti possono oggi scambiare messaggi, collaborare in tempo reale agli stessi documenti, archiviare una grande mole di dati, effettuare chiamate vocali e videochiamate per mettersi in contatto con i docenti, sfruttando strumenti semplici, veloci e sicuri dal grande valore aggiunto anche dal punto di vista formativo.

Massimo Giuseppe Tartamella, dirigente dell’Area Servizi a Rete – SIA (Sistemi Informativi di Ateneo) dell’Università di Palermo, promotore di diverse iniziative digitali tra cui la Cloud innovation tramite Noovle, dichiara: «Vorrei proseguire nel percorso di digitalizzazione intrapreso spingendo l’utilizzo del cloud, tenendo on premise le identità digitali locali e i dati su database, agganciando l’accesso ai servizi informativi anche tramite SPID, il nuovo sistema pubblico per l’identità digitale, facendo pagare i tributi dovuti attraverso il sistema PagoPA, dematerializzando i processi secondo le specifiche di Legge abituando studenti e colleghi alle logiche della firma digitale, della conservazione sostitutiva, della PEC (Posta Elettronica Certificata), della tecnologia RFID su Card per l’accesso ai locali, ai prestiti di libri ecc.».

«Un ulteriore passaggio – continua Tartamella – potrebbe essere l’integrazione tra le Google Apps e i servizi InfoCert (firma digitale, PEC); tramite piattaforma Gmail su dominio @community.unipa.it, gli studenti potrebbero scegliere di inviare mail normale o come PEC, firmare digitalmente il documento allegato, inviare o recuperare un documento in conservazione sostitutiva, etc. ma per questo occorrerà un finanziamento ad hoc».

Potrebbe essere questa una delle numerose iniziative volte a innovare il rapporto, sempre più stretto, fra Università, istituzioni e cittadini in un percorso che, tramite le tecnologie digitali, facilita l’interazione tra le persone e la Pubblica Amministrazione.

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