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“Cercasi receptionist full time: mandare foto in costume”: l’annuncio choc

Una nota azienda partenopea ha pubblicato un annuncio piuttosto controverso e imbarazzante rivolto alle candidate per un posto da receptionist. Non bastano gli attestati idonei a certificare un’ottima conoscenze delle lingue: l’azienda ha specificatamente richiesto l’invio di una foto “a figura intera in costume da bagno o similare”.

“Cercasi receptionist full time: mandare foto in costume”

La candidata, inoltre, dovrebbe avere un “carattere solare” ed essere di “bella presenza”. Se l’annuncio fosse stato rivolto ad una fotomodella non ci sarebbe stato nulla di strano. Ma si tratta di un posto per receptionist, mestiere che notoriamente non comprende il mostrare il proprio corpo. Non solo. La candidata ideale dovrebbe anche sapersi accontentare della paga di 500 euro netti mensili per 24 ore settimanali.

Il testo dell’annuncio choc

Di seguito, il testo dell’annuncio per intero:

“Cerchiamo una receptionist che parli inglese fluentemente, dimostrabile con attestati o referenze specifiche. La candidata dovrà avere età massima di 30 anni, essere automunita; avere un carattere solare e di bella presenza. Si richiederà l’invio di una foto intera in costume da bagno o similare. Si offre un contratto a tempo indeterminato. L’orario di lavoro sarà a giorni alterni di 8 ore (08.00-13.00 e 14.00-17.00) per un totale di 24h lavorative settimanali. Retribuzione netta complessiva di euro 500 mensili. La sede di lavoro è il Centro Direzionale di Napoli.”


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Annuncio di lavoro choc: l’indignazione del web

I primi ad accorgersi dell’imbarazzante annuncio, sono stati gli utenti delle varie piattaforme specializzate per le domande/offerte di lavoro, i quali hanno prontamente fatto degli screenshots per poi pubblicarli sui social. Come si può ben immaginare, l’annuncio ha generato l’indignazione del web.

La risposta dell’azienda

L’azienda sarebbe già corsa ai ripari. L’annuncio infatti è stato modificato subito dopo le accese polemiche, anche se   su alcuni portali è ancora possibile imbattersi nella versione originale. Secondo la versione fornita dai titolari: “Si è trattato di un errore di un’impiegata inesperta che non conosceva le policy aziendali sulla parità dei sessi”.

Verifiche ed ispezioni

Tuttavia, il dietro front della compagnia non è bastata ad evitare ulteriori conseguenze. A quanto pare, infatti, il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, avrebbe chiesto al direttore dell’Ispettorato nazionale del lavoro di inviare gli ispettori per svolgere gli accertamenti del caso.

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A proposito dell'autore

Laureata in Giurisprudenza a Palermo con una tesi di diritto penale, non ho mai abbandonato la mia passione per la scrittura. Curiosa ed ambiziosa, cerco di rinnovarmi continuamente.