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La storia di Roberta: “Vivo in Puglia ma mi manca Unipa, godetevela voi che potete”

Nelle ultime settimane sono tornate d’attualità alcune criticità di Unipa. Dai disservizi alla scarsa offerta formativa, il fronte studentesco sembra compatto nel chiedere interventi strutturali per migliorare i servizi. Di seguito, in netta controtendenza con le altre testimonianze fin qui riportate, ecco il messaggio di Roberta Gallo, ex studentessa Unipa che da qualche tempo ha lasciato la Sicilia.

Cari colleghi,

in merito a dei commenti in questa pagina ho ben pensato di dire la mia direttamente.
Sono laureata da un paio di anni in Scienze dell’Educazione e posso dire che l’esperienza triennale dell’Università l’ho vissuta sulla mia pella tutta per quello che potevo: so cosa vuol dire prendere voti bassi ma altri anche altrettanto buoni e so che vuol dire avere intoppi per qualcosa che va come noi vogliamo veramente. Ma proprio negli intoppi vi voglio iniziare a dire i miei pensieri.

L’università non è una gara ai 30 e lode, l’università non primeggiare contro i colleghi, l’università conta anche i voti bassi e mediocri poiché ,come ho sempre detto, ogni voto è frutto di fatica, della vostra fatica quindi è tutto vostro. Qualsiasi voto esso sia è merito vostro. Non guardate la conoscenza delle vostre materie solo finalizzata ai voti poiché vi assicuro che, una volta usciti dall’aula della laurea il giorno dopo il mondo del lavoro vi aspetta e se non siete pronti -non a primeggiare-ma a essere voi stessi io penso che sarà dura rapportavi con il mondo.

Imparate a essere VOI stessi durante gli anni universitari: aiutate i colleghi, fate gruppo tra di voi, chiedete ai docenti consigli, siate affamati di conoscenza e di formatevi per svolgere la vostra missione nel modo più corretto e onesto possibile. Non usate i sotterfugi poiché non servono a niente per la vostra vera vita, non prendere i docenti come nemici ma come vostri alleati verso la vita.

Personalmente quest’ultima mi ha messo spesso i bastoni fra le ruote con situazioni gravi dove per anni ho fatto a gara i miei mostri interiori: li conoscevo uno per uno, li ho odiati ma poi mi sono resa conto che la vita è questa: vivere nelle avversità per vincere contro noi stessi che ,spesso, siamo i nostri più grandi nemici.

Con gli anni ho imparato a volere bene ai miei mostri interiori, sono stata supportata da docenti splendidi dove io non mi sentivo solo una matricola o comunque un numero ma una persona. Devo dire grazie ad ognuno di loro per aver reso possibile ciò e questa è la base della relazione universitaria ,e non solo.
La vita ti fa provare davvero tante situazioni ma il vero vincitore è colui che resiste e porta sempre avanti i suoi doveri con i propri tempi. Non abbiate paura di aver problemi, di soffrire, di essere sempre gli ultimi: tutti abbiamo i nostri problemi di varia natura ma – vi prego- ve lo dico come una sorella non fate si che essi vi sovrastano. Datevi i vostri tempi ma lottate sempre, chiedete aiuto, urlate quando ne avete bisogno e sfogate sempre tutto.

Dopo asciugatevi le lacrime e continuare a sognare, qualsiasi cosa esse sia ma sognate e realizzate i vostri sogni. Solo cosi il mondo sarà un posto migliore per tutti Il mio pensiero va a tutti gli studenti che lottano ogni giorno contro i problemi a casa, problemi economici, problemi personali, che lottano per essere capiti da qualcuno. Che urlano qualcosa e io vi auguro trovare persone che vi capiscano senza dare troppe spiegazioni e giri di parole. Studiate sempre: ma non con l’ansia del voto , voi non siete solo i vostri voti voi siete molto di più. Il voto è un numero che identifica la vostra preparazione in quel momento di vita ma la cultura è altro.

Studiate per la vostra cultura, studiate per voi stessi, studiate per realizzare il vostro futuro lavoro. E se va male? Ci riprovate… il carattere cosi si forma e vi assicuro sulla mia pelle che quando il presidente del vostro corso di laurea vi proclamerà dottori sarà tutto diverso: quella stretta -reale o virtuale-deve essere simboleggiare la forza e la fierezza di uomini e donne- i vostri docenti- che vi hanno formato per svolgere la vostra missione. Vi scrive una studentessa che, adesso ha lasciato Palermo, ma vive nel profondo Sud e credetemi ogni mondo è paese, Unipa non fa schifo. Unipa fa parte del mondo e ha tutti i problemi di ogni organizzazione che si rispetti ma c’è ancora molta umanità e voglia di migliorare il tutto.
Vivo in Puglia ma la nostra Sicilia la porto su un palmo di una mano e credetemi che l’Università di Palermo mi manca molto, motivo per cui sto facendo il possibile per finire l’Università con i miei professori.

Nella speranza di avervi dato degli spunti di riflessione vi auguro buono studio e godete l’Università finché potete. Con affetto, Roberta Gallo“.

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