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La notte prima dell’ultimo esame

Paura mitigata dall’euforia, ansia alleggerita da progetti e prospettive future. Attimi di tristezza e perle di felicità. Ma soprattutto la consapevolezza di trovarsi dopo anni di sudore, pianti e rinunce di fronte all’ultima fatica di Ercole, all’ultima porta da varcare per entrare a far parte a pieno titolo nel mondo degli adulti. Sono questi e tanti altri i sentimenti provati durante le ore precedenti all’ultimo esame dell’ultimo anno di università.

Sentimenti che fanno a gara per primeggiare e si rannicchiano, con pesi e misure diverse, in fondo allo stomaco mentre il fiato si fa corto e il respiro mozzato. Notte che passerà insonne, ovviamente. Chissà se sarò in grado di ottenere qualcosa o sarò costretta a dormire sotto i ponti. E se dovessi finire a imbottire panini al Mc Donald’s? Aiuto, non voglio passare tutta la vita a fare un lavoro che non mi piace, non in linea con i miei interessi. E’ tutto un grande punto interrogativo, lo so, e che ansia poi pensarci.

Quando si comincia il percorso universitario la fine sembra distante anni luce e così si ci culla sulla solita dicitura del ma sì, c’è ancora tempo prima di preoccuparsi … adesso invece mancano giusto i mesi della tesi. Papapanicooooo. Ok magari è meglio prepararsi una camomilla, calmarsi e, seguendo l’esempio della sottoscritta, farsi cullare dalle dolci note di Venditti. «Ma questa notte è ancora nostra» … già questa notte ci appartiene. C’è ancora tempo per sognare. C’è così tanta dolcezza e follia in questo cielo nero che tra poco accoglierà la luce e ci condurrà verso una nuova era. La partita è ormai conclusa, i giochi son fatti: domani si vedrà.

E mentre ti giri e rigiri nel letto ecco passarti davanti agli occhi i momenti più significativi dell’intera carriera accademica. Da quel collega che ti porterai nel cuore al ‘saputello’ che non smetteva di porre domande al prof di turno indisponendolo. Da quel ragazzo così gentile che, quando facevi tardi a lezione (la maggior parte delle volte) ti teneva il posto e ti passava gli appunti a quel professore che quasi provava gusto a tenerti sule spine. Dalla materia più affascinante a quella più rognosa. Tutto ciò vi ha permesso di arrivare fin qui, a questo traguardo.

Niente più cattivi pensieri questa notte quindi ma solo affettuosi ricordi.Comunque vada di una cosa potete essere sicuri. Se siete giunti all’ultimo gradino significa che avete scelto la vostra strada con il cuore, che avete fatto ciò che volevate senza pensare alle possibilità di lavoro, al tornaconto, agli ipotetici guadagni futuri.

È strano a dirsi ma, se ci pensate un attimo, è come se il destino vi avesse indirizzati su un percorso già prestabilito a priori nella vostra testa. E per questo siete rimasti fedeli a quelle che erano le vostre idee iniziali, le vostre passioni. Solo così si può concludere un percorso così importante e duro come quello universitario. E adesso cercate di chiudere un po’ gli occhi. Non vorrete rischiare di arrivare stremati e con occhiaie da far paura agli zombie, dopo lo step giornaliero, allo sballo notturno in compagnia degli amici… No?

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A proposito dell'autore

Nata a Palermo l’8 dicembre del 1990. Da sempre, amante della poesia e dell’arte in ogni sua forma, ho deciso di assecondare la mia passione più grande: la scrittura. Un mondo, quello del giornalismo, spesso difficile e competitivo ma ciò non mi ha fermata. Mi sono laureata in “Giornalismo per uffici stampa” all’Università degli studi di Palermo lo scorso luglio. Nel 2011 arrivano le mie prime collaborazioni giornalistiche e televisive con "Cts, compagnia televisiva siciliana" e, nel novembre 2013, con "Livesicilia".