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L’Università di Cambridge diventa “vegana”: gli studenti non vogliono più carne

La celebre Università di Cambridge prende una svolta vegana: la carne e i derivati animali potrebbero sparire completamente dai menù del campus britannico.

Ad annunciarlo sono i media d’oltremanica, dopo che la maggioranza degli studenti della Cambridge Student Union, organismo di rappresentanza degli iscritti, ha dato un voto favorevole per avviare i negoziati con il rettorato al fine di proporre un’offerta culinaria esclusivamente vegana all’interno dell’Università.

Cambridge vegana: 72% di voti favorevoli

Gli studenti di Cambridge sembrano favorevoli al cambiamento di dieta. La proposta è quella di arrivare a eliminare del tutto l’offerta di carne e di derivati animali dai menù all’interno del campus, a beneficio di menù “vegetali sostenibili al 100%”. Tutto sarebbe partito, come riportato da ‘Ansa’, da una campagna lanciata in una quarantina di atenei britannici da un collettivo di studenti ambientalisti, con il sostegno degli attivisti radicali di Animal Rebellion.

La proposta, sottoposta al voto degli studenti, ha ottenuto il 72% di consensi. Una maggioranza schiacciante, anche se bisogna sottolineare che l’astensione è stata piuttosto significativa. La vittoria del sì non si traduce però in cambio di rotto definitivo. Bisognerà attendere, dato che la decisione vera e propria spetterà ai vertici amministrativi dell’Università: gli studenti non hanno infatti il potere esecutivo per stabilire quali alimenti debbano essere banditi dalle cucine e dai banconi del campus.

Una svolta ambientalista degli atenei?

Anche se ancora non si conosce quale sarà il risultato finale di questa mozione, quello che è certo è che gli studenti hanno fatto sentire la loro voce smuovendo le acque. E non è la prima volta. Già nel 2016, attraverso le pressioni dei movimenti vegani e vegetariani, l’University Catering Services, che gestisce i servizi mensa a Cambridge, aveva deciso di eliminare la carne bovina e di agnello dai piatti proposti. E una decisione analoga era stata presa nel 2020 anche a Oxford, dove tuttavia ancora vengono servite alcune carni rosse. Stiamo assistendo a una svolta ambientalista da parte degli atenei?

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