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Studiare medicina all’estero senza test d’ingresso: come e dove

Studiare medicina all’estero senza test d’ingresso: come e dove – 6 persone su 7 ogni anno non superano il test d’ingresso a Medicina. Gli studenti di medicina all’estero raccontano la propria esperienza in Europa

STUDIARE MEDICINA ALL’ESTERO

Gli studenti che non lo supereranno possono ripiegare su uno dei corsi di laurea in ambito scientifico e sostenere la prova di ingresso l’anno successivo. La graduatoria nazionale decreterà la non ammissione di decine di migliaia di studenti che dovranno ripiegare su un piano B per non perdere un anno.

Tra questi c’è anche chi non ha voglia di aspettare un anno e, valigia (e gruzzolo) alla mano, trova soluzioni più rapide per prendere l’agognata laurea. Sono moltissimi infatti ogni anno – e la tendenza è in crescita – gli studenti che scelgono di partire alla volta dell’Europa per completare gli studi in una lingua straniera o, perché no, addirittura nella propria. Il tutto a fronte, nella maggior parte dei casi, di un’ingente spesa a carico delle famiglie.

 MEDICINA ALL’ESTERO, I NUMERI DEL FENOMENO 

Dati alla mano, la Fnomceo (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri) ci ha fatto sapere che la percentuale degli odontoiatri con laurea conseguita all’estero iscritti all’Albo nel 2017 è di circa il 40% (531 su 1335, per la precisione). Un dato importante che Raffaele Iandolo, presidente della Commissione Albo Odontoiatri, non se la sente di sottovalutare. “È un trend che pare in crescita, quello di iscriversi in Università di altri paesi europei, un po’ per aggirare i test di accesso, un po’ perché l’offerta formativa privata è più ampia rispetto all’Italia, un po’ per fare un’esperienza all’estero” dichiara Iandolo. Che fa sapere che in alcuni paesi quello di far formare i futuri sanitari all’estero è una scelta strategica: “In Gran Bretagna è così. Vedremo cosa accadrà ora con Brexit, ma oggi tra i medici si trovano moltissimi studenti italiani e del Commonwealth”.

 MEDICINA ALL’ESTERO, TITOLI EQUIVALENTI? 

Le lauree conseguite nell’UE attualmente vengono considerate alla stregua di quelle italiane: “Devo considerarle tutte uguali” dichiara Iandolo. “Se in Italia arriva un collega con una laurea in odontoiatria conseguita in uno di questi paesi, devo dare per scontata la sua formazione“. Diverso è il caso dei paesi extra-UE, per cui l’iscrizione all’Albo richiede una procedura più complessa. Ma anche in questo caso sono nate eccezioni: “Esistono degli accordi con università italiane che permettono di seguire, in sedi distaccate in Albania, attualmente paese extra UE, corsi di Università italiane”.

 STUDIARE MEDICINA IN REPUBBLICA CECA , SLOVACCHIA, CIPRO 

Luca Petti Cammarata è Direttore Generale di Medicor Tutor, società nata nel 2010 per fornire assistenza agli studenti italiani che vogliano studiare Medicina in alcune università europee. Sono molte le agenzie nate con questo scopo che si occupano principalmente di:

  • Orientamento dei ragazzi verso la facoltà europea più giusta in base al loro background e alle loro aspirazioni;
  • Preparazione all’eventuale test d’ingresso;
  • Supporto nella gestione delle pratiche burocratiche;
  • Supporto nella ricerca dell’alloggio;
  • Garanzia per le famiglie dei ragazzi che vedono l’agenzia come un punto di riferimento sicuro nei sei anni di carriera universitaria dei figli.

“Medicor Tutor collabora ad oggi con Università in Spagna, Repubblica Ceca, Slovacchia, Bulgaria, Cipro e Croazia” spiega Cammarata, e specifica che non tutti gli atenei europei dispongono di un test d’ingresso: “Le università pubbliche prevedono un test d’ingresso su materie scientifiche: chimica, biologia, fisica. Le università private invece selezionano gli studenti sulla base dei voti di scuola superiore e della conoscenza della lingua straniera”. Dettaglio da non sottovalutare è che non tutti i test sono uguali: alcune università ne hanno di molto rigidi, altre no.

Quali sono le università di riferimento dell’agenzia? “Tra le nostre migliori Università pubbliche ci sono la Charles University di Praga e la Masaryk University di Brno in Repubblica Ceca.

Tra le nostre Università private ci sono invece l’Universidad Europea di Valencia, la European University Cyprus a Nicosia e l’Universidad Europea di Madrid”.

 MEDICINA ALL’ESTERO: PERCHÉ SI SCEGLIE DI PARTIRE 

“Studiare all’estero non deve necessariamente essere visto come una opzione B. Ci sono Università davvero molto valide e con ranking molto alti” spiega Cammarata. Inoltre “In Repubblica Ceca, Spagna e Slovacchia le Lauree in Medicina ed Odontoiatria sono abilitanti. Ciò significa che al termine del percorso di studio lo studente può iscriversi direttamente all’Albo dei medici locale. Non è infatti previsto alcun esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione medica in Repubblica Ceca, Spagna e Slovacchia. Questo permette di tagliare i tempi morti ed accedere alla scuola di specializzazione in modo più rapido. “

C’è anche, naturalmente, chi decide di rientrare in Italia per terminare gli studi, senza necessariamente ripetere il test d’ingresso: “La sentenza 1/2015 del Consiglio di Stato ha stabilito che negli Atenei italiani in cui si creano posti vacanti per rinunce o abbandoni dopo il primo anno, gli studenti italiani all’estero possono concorrere all’assegnazione di tali posti” continua Cammarata. “Non è quindi più necessario sostenere e superare il Test d’ingresso nazionale ma le Università italiane hanno la libertà di accettare le richieste di trasferimento stabilendo i loro criteri di valutazione“. Il trasferimento in Italia dall’estero non è quindi garantito, “ma è una possibilità concreta legata alle capacita dello studente, alla sua media voti e alla qualità e ranking dell’Università straniera in cui studia”.

 MEDICINA ALL’ESTERO: COME FUNZIONA L’ABILITAZIONE UNA VOLTA RIENTRATI IN ITALIA 

“Al rientro in Italia gli studenti italiani si configurano come Medici con cittadinanza italiana che si sono laureati all’estero, in un Paese UE” continua a spiegare Cammarata. “Il medico italiano laureato nella UE, prima di potersi iscrivere all’Ordine ed esercitare la professione in Italia, deve ottenere il riconoscimento della laurea comunitaria.

Secondo i dati forniti da Fnomceo, nel 2018 erano 401.565 gli iscritti all’albo dei medici (dei quali 1733 donne e 1615 uomini con laurea conseguita all’estero) e 61.593 odontoiatri (di cui,1252 donne e 1940 uomini con laurea estera).

STUDIARE MEDICINA ALL’ESTERO: IN FRANCIA

Tra le facoltà di medicina che molti italiani scelgono per ovviare al test italiano c’è anche quella di Nizza, Sophia-AntipolisEleonora ci è rimasta un solo mese, ma può parlarne con cognizione di causa: “so che la Francia è valida, inoltre ero in possesso della maturità francese”. Per accedere all’università in Francia è fondamentale avere un buon livello linguistico: almeno un B2 del DELF.

Per accedere alla facoltà di medicina è necessario presentare il cv scolastico, una lettera motivazionale e sostenere un colloquio. Non c’è test d’ingresso, quindi, ma “due test difficilissimi da sostenere a dicembre e a giugno e che vertono su tutte le materie di studio del primo anno”.

La percentuale di riuscita è molto bassa, soprattutto perché i posti sono pochissimi rispetto agli iscritti. Il test si può ripetere una seconda volta, ma se non lo si passa nuovamente, si dovrà abbandonare la facoltà di medicina.

STUDIARE MEDICINA ALL’ESTERO: IN SPAGNA

I ragazzi che ogni anno scelgono di studiare Medicina e Odontoiatria in Spagna sono moltissimi. La maggior parte di loro optano per una città in particolare: Madrid. Per essere più precisi, anzi, i suoi dintorni: qui sorge l’Universidad Europea, costosissimo ateneo spagnolo meta di decine di aspiranti medici e dentisti italiani ogni anno.

Qui studiano Francesco, Filippo, Matteo e Susanna. Tutti si sono ritrovati in Spagna grazie al gruppo Facebook Gli Italiani della UEM, nel quale si scambiano opinioni e consigli, ricreando una piccola famiglia italiana all’estero. Per tutti loro la Spagna è stata la meta migliore che potessero desiderare, malgrado i costi altissimi: tra costo della vita, tasse universitarie e acquisto della strumentazione necessaria a proprie spese, c’è chi arriva anche a 25.000 euro annui.

Il test fino allo scorso anno constava solo di un breve colloquio e di una verifica della conoscenza di un livello medio di inglese, il B1,  livello che può essere raggiunto però anche nel corso degli studi. Oggi il test comprende anche una prova psicoattitudinale, che può essere eseguita insieme al resto del test anche online.

La più grande differenza con l’Italia risiede nella pratica universitaria: durante gli ultimi due anni lo studente può fare direttamente pratica con i pazienti, sotto la supervisione di un professore, “organizzando un piano di cura che lui stesso realizzerà” nel tempo. Un tipo di competenza assolutamente non scontato nell’Università italiana, garantiscono.

STUDIARE MEDICINA ALL’ESTERO: IN ALBANIA

Maria Grazia ha deciso di studiare Medicina a Tirana, approfittando di un enorme vantaggio: “era l’unica università all’estero che mi permettesse di studiare in Italiano con i docenti di Roma Tor Vergata”. L’Università Nostra Signora del Buon Consiglio, ateneo privato della capitale albanese, collabora infatti, a seconda dei corsi di laurea, con tre atenei italiani: Roma, Bari e Firenze. Nel caso di Medicina la collaborazione con il secondo ateneo romano è strettissima: il piano di studi e i docenti sono i medesimi, e la laurea che si ottiene è congiunta, valida sia in Italia che in Albania e riconosciuta nei paesi UE.

Ma c’è un altro vantaggio per i candidati: il test di accesso è semplificato rispetto a quello italiano. Comprende quesiti a risposta multipla in biologia, chimica, fisica e matematica e soprattutto tiene conto del voto del diploma di scuola secondaria, che vale fino a 30 punti su 90. Il costo? Per i cittadini non albanesi è di 8000 euro l’anno. Ma, assicura Maria Grazia, “i costi della vita in Albania sono molto bassi. Con 100-150 euro puoi vivere benissimo”. L’università di Tirana ha già pubblicato il bando per il prossimo anno accademico.

STUDIARE MEDICINA ALL’ESTERO: IN BULGARIA

Alessandro è arrivato a Sofia dopo aver tentato il test di ingresso in Italia e non essere passato. Ritentarlo una seconda volta sarebbe stato un azzardo, così ha optato per partire all’estero, scegliendo una destinazione relativamente sicura: “avevo dei conoscenti che studiavano lì. Date le loro buone impressioni ho deciso di entrare a Sofia”.

Nella capitale bulgara le facoltà di medicina sono due: la San Clemente di Ocrida e la Medical University: entrambe costano circa 8000 euro l’anno e i corsi si tengono in inglese. Il test che ha sostenuto Alessandro era più semplice rispetto a quello italiano – si basava solo su chimica e biologia – ma le domande erano in inglese. Alla Medical University si poteva invece accedere solo dimostrando la conoscenza di un livello B1 di inglese. Dallo scorso anno i test dei due atenei sono uniformati: entrambi vertono su chimica, biologia e lingua inglese.

STUDIARE MEDICINA ALL’ESTERO: IN ROMANIA

Tommaso Porrà è uno studente del 6° anno alla facoltà di Odontoiatria della Victor Babes di Timisoara. Già da tre lavora in una delle più importanti cliniche della città, e della sua laurea dice con convinzione: “farà la differenza nella mia vita professionale da dentista”. Al suo secondo anno di permanenza ha fondato un’agenzia che aiuta i ragazzi che decidono di studiare odontoiatria in Romania a sbrigare le pratiche burocratiche e logistiche: trovare un alloggio, orientarsi in una lingua straniera, spostarsi in città, completare le iscrizioni, e anche richiedere un trasferimento, se lo si desidera.

“La Romania è l’unico paese in Europa che dal 2° anno dà la possibilità di lavorare sul paziente con manovre odontoiatriche, sotto la supervisione di un professore” spiega Tommaso. Così, anche se le tasse annuali sono piuttosto alte – l’università di Timisoara è pubblica ma costa 5000 euro l’anno per medicina, 6000 per odontoiatria – frequentarla dà possibilità che in Italia non si avrebbero.

Qualcun altro invece sceglie di iscriversi alla Vasile Goldis di Arad, università privata che ogni anno apre le porte agli studenti UE ed Extra-UE per due volte: a luglio e a settembre.

Chi sceglie la Capitale, invece, spesso opta per l’Università statale di Bucarest, che a dispetto di quanto si potrebbe pensare, non è così economica anche se pubblica: anche qui le tasse, a seconda della facoltà che si sceglie, oscillano tra i 5000 e i 6000 euro annui.

E i test? “A Timisoara da quest’anno si concorre per titoli, voto di maturità, voti di chimica fisica e biologia. Dà punteggio un eventuale attestato di lingua B2” fa sapere Tommaso. “Così anche a Bucarest. Ad Arad invece c’è un test di anatomia e chimica”.

LAUREA IN MEDICINA ALL’ESTERO RICONOSCIUTA IN ITALIA

La domanda che resta è: quale formazione, fra le tante a disposizione nei vari atenei italiani e stranieri, è da considerarsi migliore? Non esiste, purtroppo o per fortuna, una risposta univoca. E, per quel che riguarda la futura occupazione, se nel pubblico la differenza la fa soprattutto la specializzazione – obbligatoria per l’accesso negli ospedali sia per medici che odontoiatri – nella libera professione non è così. Nel settore privato, una volta ottenuto il titolo di studio, la vera differenza – sembrerebbe – la farà solo l’esperienza e la competenza del singolo.

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