Autovelox e cassa del Comune: Palermo non è un bancomat

di Dario C. – Palermo Scrivo questa lettera perché sono stanco di vedere Palermo trasformata non in...

di Dario C. – Palermo

Scrivo questa lettera perché sono stanco di vedere Palermo trasformata non in una città più sicura, ma in una città che sembra costruita per fare cassa sulle spalle dei cittadini.

Mi riferisco – senza mezzi termini – all’uso degli autovelox.
Non a quelli messi nei punti davvero pericolosi, davanti le scuole o negli incroci dove si rischiano incidenti ogni giorno.
Ma a quelli piazzati scientificamente in strade larghe, a doppia corsia, a senso unico, dove il limite di 50 km/h è fuori da ogni logica rispetto alla struttura dell’arteria stradale.

Via Lanza di Scalea: esempio perfetto di “cassa”, non di sicurezza

Parlo di Via Lanza di Scalea, una strada ampia, rettilinea, a doppia corsia per senso di marcia, con marciapiedi larghi e visibilità piena.
Eppure, lì il limite è 50 km/h, e spesso nascosto tra alberi o veicoli parcheggiati, spunta l’autovelox del Comune.

Non c’è segnale di pericolo, non c’è un incrocio pericoloso.
Non è un “punto nero” della viabilità.
È solo un punto comodo per far scattare multe, a raffica.

Autovelox fissi? No. Mimetizzati.

Chi vive qui lo sa bene:
– Automobile dei vigili civici parcheggiata in modo furbo.
– Cavalletto dell’autovelox nascosto tra due auto in sosta.
– Nessuna pattuglia visibile.
– E qualche giorno dopo: la multa a casa.

Se chiedi perché, ti rispondono: “Lo facciamo per la sicurezza”.
Ma allora perché non li mettete davanti le scuole, dove le macchine sfrecciano anche a 80 km/h?
Perché non nei quartieri dove i motorini salgono sui marciapiedi?
Perché sempre nelle strade dove è facile superare di poco il limite, anche senza rendertene conto?

Il problema non è solo la multa. È l’intero sistema.

Pagare una sanzione può avere senso, se hai sbagliato.
Ma qui diventa una guerra burocratica:

  • Devi fare ricorso entro 60 giorni.
  • Stampare documenti, allegare verbale, fotografie.
  • Andare alla Posta, pagare raccomandate.
  • Aspettare mesi per una risposta.
  • E nel frattempo rischi che ti arrivi la “maggiorazione” se qualcosa non è andato a buon fine.

È più facile pagare e tacere.
Ed è esattamente su questo che si regge l’intero sistema.

La sicurezza stradale è una cosa seria. Ma così è solo business.

Lo dico chiaramente: non sono contro i controlli.
Ma sono contro l’uso degli autovelox per “fare bilancio”.
Sono contro un Comune che invece di investire in segnaletica, illuminazione, manutenzione stradale e trasporti pubblici… preferisce mettere un autovelox nascosto e incassare.

Perché questa non è prevenzione.
Questa è fiscalità mascherata.

Cosa chiediamo?

Autovelox solo nei veri punti pericolosi.
Segnaletica chiara e visibile prima del controllo.
Limiti di velocità coerenti con le caratteristiche della strada.
Controlli a tutela dei cittadini, non contro di loro.

Palermo non è un bancomat.
E noi cittadini non siamo sudditi da spennare.

Con rispetto, ma con stanchezza e rabbia,
Dario C. – Palermo


📩 Vuoi dire la tua su un problema della città? Scrivi a: [email protected]
YOUNIPA – Notizie a voce alta: la tua.


“È più facile arrivare a Milano che attraversare Palermo”di Salvatore Ferro, 38 anni, Bagheria

Informazioni sull'autore