Uno degli argomenti più discussi su Twitter in queste ore è quello che riguarda i “congiunti fuori comune”, tanto che il relativo hashtag è tra i primissimi trend topic di giornata. La preoccupazione, infatti, è che nelle zone rosse e arancioni non ci si possa incontrare con i congiunti che non abitano nello stesso comune.
Scoppia la rivolta dei congiunti fuori comune e fuori regione. Oltre ai familiari ci sono anche gli affetti stabili non conviventi e che vivono relazioni a distanza, coppie che in base ai Dpcm del premier Giuseppe Conte e le ordinanze delle Regioni non devono frequentarsi fino alla fine delle restrizioni anti-Covid. E così sui social si fa strada un appello che risponde agli hashtag #congiuntifuoricomune e #congiuntifuoriregione di tendenza su Twitter.
“Nella fase 3 dell’epidemia da COVID-19, riteniamo discriminante non avere la possibilità di fare visita in sicurezza ai propri congiunti. circostanza di profondo disagio, in particolare, per chi abbia una relazione non formalizzata dal matrimonio o per legami di parentela. Oggi, infatti, non è più tollerabile vedersi negare il diritto di incontrare I propri cari (anche se “non conviventi”), nonostante si sia resa necessaria l’adozione di ulteriori misure restrittive su tutto il territorio nazionale.
Si pensi, ad esempio, che in seguito alla suddivisione del Paese in zone di rischio, a partire dalla zona arancione, è vietato uscire dal proprio Comune di residenza ed eventualmente incontrare i congiunti al di fuori di esso, se non per comprovate “situazioni di necessità e urgenza”, si legge nell’appello alle istituzioni.
La richiesta si basa su un punto chiaro: come già stabilito da Palazzo Chigi ai tempi del lockdown di marzo tra i congiunti figurano “parenti e affini, coniuge, conviventi” ma anche “fidanzati stabili” e “affetti stabili”. Perché ora vengono discriminati?
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“Da parte nostra, siamo consapevoli che sia doverosa l’osservanza delle he regole anti chiediamo al contagio, tuttavia diamo al Governo di i prevedere espressamente la possibilità di contrare i nostri congiunti; questo senza fare alcuna distinzione per aree territoriali, come di fatto accade attualmente per le zone gialle/ arancioni/rosse individuate nell’ultimo DPCM del 3/11/2020”, si legge nel documento dal titolo “Diritto di visita ai congiunti”.
“Chiediamo, nello specifico, che nel sopracitato DPCM siano consentiti anche gli spostamenti intercomunali, interprovinciali e interregionali per la visita al propri congiunti. E al fine di agevolare le operazioni di controllo sul territorio, per esempio, suggeriamo di ricorrere al modello di autocertificazione prevedendo l’aggiunta di una voce specifica, a indicare l’esistenza di una relazione stabile”.
È dunque il caso di chi vive separato dai genitori o dai fidanzati e chiarimenti non sono ancora arrivati nemmeno nel caso dei genitori separati dai figli, anche se in questo caso, se è come nel primo lockdown, le visite dovrebbero essere consentite e sull’autodichiarazione si potrebbe indicare come motivazione una situazione di necessità, la necessità di vedere i figli, appunto.
Su Twitter sono in tantissimi a fare la stessa osservazione e cioè: posso prendere un mezzo pubblico pieno al 50% (con tutti gli interrogativi del caso sul come far rispettare effettivamente questo limite), posso andare dal parrucchiere, ma non posso incontrare un congiunto che si trova in un altro comune?
Bisogna comunque ricordare che già con i DPCM precedenti a quello del 3 novembre che istituisce le zone gialle, arancioni e rosse, era raccomandato di non fare visita a persone diverse dai conviventi, quindi, in pratica anche i congiunti con i quali non si convive.
ricapitolando, io non vedrò famiglia e moroso per un mese perché sono #congiuntifuoricomune, però posso prendere il bus affollato ogni mattina (lol capienza 50% ma dove) per andare in ufficio e poi passare dal parrucchiere per essere più fashion nella mia depressione.
Ieri, durante la conferenza stampa, al Premier Conte è stato esplicitamente chiesto come funziona con i congiunti e lui ha spiegato che è per l’appunto raccomandato di non incontrare persone diverse da quelle con cui si divide la casa. Sia chiaro che non è vietato, né sanzionato, ma è una raccomandazione per evitare di far circolare il virus ancora di più, visto che la maggior parte dei contagi avviene proprio in famiglia.
Secondo quanto previsto dal nuovo DPCM nelle zone rosse e arancioni, di fatto, è vietato spostarsi per incontrare i congiunti. In quelle arancioni non ci si può spostare da un comune all’altro se non per motivi di lavoro, studio, salute o comprovate necessità, in quelle rosse non ci si può muovere nemmeno nel proprio comune se non, appunto, per quelle motivazioni.
Qualcuno fa notare che incontrare un congiunto “speciale” potrebbe rientrare tra le necessità, per una questione psicologica, c’è infatti chi dice che ne va della propria salute mentale e chi addirittura parla di coppie di “serie A” e coppie di “serie B”.
C’è anche chi fa un vero e proprio appello al Premier Conte affinché renda possibili le visite agli affetti stabili in questo periodo così difficile. Insomma, dopo la rivolta di baristi e ristoratori, ora c’è il rischio di una rivolta anche da parte degli innamorati…
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