The director of civil protection and coordinator of the technical and scientific committee of the coronavirus, Agostino Miozzo, attends a press conference in Rome, 5 february 2020. ANSA/ALESSANDRO DI MEO
“Stiamo in piena pandemia, la curva si è stabilizzata non si sta abbassando come auspicheremmo.
Il controllo del sistema sanitario sta reggendo: è in sofferenza in molte regioni del Paese, in sofferenza le terapie intensive, in sofferenza i reparti di accettazione, pero’ diciamo che la macchina sta perfettamente tenendo.
“Siamo molto preoccupati della potenziale evoluzione. Auspichiamo che verso la fine della prossima settimana si possano vedere gli effetti di quelle dolorose restrizioni che abbiamo imposto per il periodo di Natale“.
Lo ha detto il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, Agostino Miozzo a ‘Sky Tg24’.
“Dire che la situazione non è sotto controllo mi pare forte, ma siamo in piena pandemia – ribadisce – I numeri al momento sono ancora molto alti, decisamente sopra la soglia del controllo inteso come controllo che vorremmo avere sull’andamento dei singoli focolai e dell’evoluzione della malattia”.
“La migliore soluzione per la malattia sarebbe il lockdown totale, ma è ben evidente che noi non possiamo mettere il Paese in lockdown fino alla fine del percorso vaccinale e del raggiungimento dell’immunità di gregge.
Dobbiamo convivere e per farlo dobbiamo consentirci delle aperture. Le aperture, purtroppo, fanno salire la curva”, ha aggiunto Miozzo. “Nelle regioni che hanno avuto periodi di restrizioni rosse – ha spiegato – la curva è declinata molto velocemente, nelle regioni che hanno avuto restrizioni gialle la curva non è declinata velocemente.
Più si hanno restrizioni e più si controlla la malattia. Però dobbiamo convivere, perché il Paese non può morire”.
Sulla scuola non è necessario “rischiare, bisogna fare delle cose con intelligenza. Comprendendo che siamo nel pieno di una pandemia, ci sono dei rischi cosiddetti accettabili: a scuola si può andare se le condizioni sono compatibili”.
“Trovo molto positivo – ha aggiunto – che il dibattito politico sulla scuola abbia raggiunto livelli di attenzione che raramente in passato aveva.
Dopodiché dobbiamo considerare le criticità esistenti. La scuola non è esente da rischi ma si può convivere con il rischio. Dobbiamo valutare area per area se le condizioni esterne alla scuola sono state soddisfatte.
Se non si entra nella logica del rischio accettabile la scuola resterà chiusa con la didattica a distanza fino a settembre–ottobre, quando l’immunità di gregge sarà raggiunta”.
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