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Giulia, siciliana morta di anoressia: “Pesava 26kg per inseguire la bellezza social”

Una tragedia quella di Giulia Scaffidi, morta il 25 novembre scorso a Lodi, nel reparto di pediatria dell’ospedale in cui era ricoverata a causa di complicazioni legate all’anoressia, di cui soffriva da tre anni. Fra poco meno di un mese sarebbe diventata maggiorenne.

A spiegare le condizioni di salute della ragazza è stato il fratello Tony, che in un’intervista al Corriere della sera ha puntato il dito contro la bellezza imposta dai social network, propinata dai “falsi messaggi che arrivano dal mondo delle fashion blogger“.

Giulia è stata ricoverata il 24 novembre in gravi condizioni. Entrata in coma alle 5 di mattina del giorno successivo, è sparita nel pomeriggio. Per lei i medici non sono riusciti a fare altro. Negli ultimi tre mesi pesava appena 26 chili. Il fratello, che lavora come art director e make-up artist, dice che “Giulia si vedeva perfetta così”.


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Giulia, 17enne di origini siciliane morta per anoressia

Il fratello ha aggiunto: “Come mia sorella ne ho viste fin troppe. Modelle che nella spasmodica ricerca della perfezione fisica vivono una vita di privazioni”. Anche la mamma di Giulia, Elena, ricorda i momenti in cui hanno scoperto che la figlia nascondeva il cibo. Il primo ricovero a Piacenza, dove è rimasta in cura per quattro mesi, ai termini dei quali pareva aver imboccato la via della guarigione. Ma le cose sono rapidamente peggiorate ancora: Giulia non mangiava più, beveva solo acqua bollente.

Difficile anche il periodo pandemico, durante il quale madre e figlia sono state chiuse in uno stanzino dell’ospedale San Paolo di Milano per cinque mesi. Era fondamentale che Giulia evitasse il contagio da Covid. “È stato un inferno”, ricorda mamma Elena che sottolinea come la figlia le avesse confidato di non poterne più di vedere medici in continuazione.

I funerali della ragazza si sono svolti sabato 27 novembre, nella parrocchia di San Martino Pizzolano, paese in cui Giulia era residente. Una storia, quella di Giulia, che dovrebbe fare da monito per un’emergenza sempre poco sottolineata.


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”