Il “numero chiuso” potrebbe avere i giorni contati. Il Tribunale Amministrativo del Lazio, infatti, ha «ammesso con riserva» decine di bocciati qua e là per il Paese per non essere riusciti a raggiungere il punteggio minimo previsto dal concorso di ammissione alla facoltà di Medicina. Una sentenza che segue quelle emesse dai tribunali regionali di Abruzzo, Marche, Molise, Toscana e Sardegna.
Bisogna, comunque, attendere il pronunciamento della Corte Costituzionale per sancire l’eventuale stop al numero programmato universitario.
La vicenda è spiegata al meglio dall’Unione degli Universitari: «Il Tar di Roma ha ammesso un gruppo di studenti di Milano, Firenze, Parma e Messina esclusi per punteggio troppo basso durante il test nel loro ateneo: abbiamo dimostrato che questi studenti con lo stesso punteggio per cui sono rimasti fuori a Milano, sarebbero entrati alla Sapienza di Roma, e il TAR ci ha dato ragione. Non solo ammettendo gli studenti ma facendoli immatricolare nell’ ateneo milanese».
Si tratta, secondo l’Udu, di una sentenza rivoluzionaria: «Il Tar e il Consiglio di Stato hanno detto una cosa chiara: se dimostri che nella tua stessa facoltà, in un qualsiasi altro ateneo italiano, uno studente è entrato con un punteggio più basso del tuo, tu hai diritto ad essere immatricolato dell’ateneo dove hai sostenuto il test».
Di conseguenza, «tutti gli studenti con un punteggio non troppo basso di tutte le facoltà a numero chiuso d’Italia, da Medicina ad Architettura passando per Veterinaria e Odontoiatria e che hanno sostenuto il test e sono rimasti fuori, possono fare ricorso immediato al Presidente della Repubblica e essere ammessi nella facoltà dove hanno sostenuto il test».
Tuttavia, bisogna fare in fretta, perché i termini stanno per scadere: «Chiediamo a tutti gli studenti esclusi da qualsiasi test d’ingresso con un punteggio superiore a 30 di mandarci subito una mail con nome, cognome, numero di telefono, facoltà e giorno in cui hanno sostenuto il test e il giorno di pubblicazione delle graduatoria alla mail ricorsi@unionedegliuniversitari.it in modo da poter costruire un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica e far entrare tutti in Università».
Insomma – come ha affermato Michele Orezzi, coordinatore nazionale Udu – si sta per sancire la «fine del numero chiuso italiano, il più grande passo in avanti di sempre verso un’università libera, senza ostacoli d’accesso».
Foto: Cinquegiorni.it
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