Isis, ovvero lo Stato Islamico dell’Iraq e al-Sham, sempre di più sta assumendo connotati “medievali”, non soltanto per le tante brutalità commesse in difesa della “legge islamica” quanto per le imposizioni in atto anche nell’ambito della cultura e dell’università.
A Mosul, infatti, i jihadisti hanno deciso di cancellare molte facoltà – tra cui Legge, Scienze Politiche, Archeologia e Educazione Fisica – e dipartimenti come quello di Filosofia e degli Enti turistici e alberghieri.
Il motivo? Gli argomenti insegnati sono incompatibili con l’Islam. O meglio, Isis vuole evitare ogni contaminazione del mondo occidentale.
In pratica, la rivoluzione dei jihadisti coincide con un oscurantismo che ricorda quello dei talebani in Afghanistan.
Messe al bando, per di più, lezioni in cui si parla di democrazia, cultura, libertà e diritti. E rischiano anche la storia e la geografia. Insomma, secondo i jihadisti all’Università si dovrebbe imparare davvero poco e purché sia conforme alla Sharia islamica.
Naturalmente, tra le imposizioni c’è anche la divisioni delle classi: uomini e donne devono studiare separatamente e gli insegnanti devono appartenere allo stesso sesso dei propri studenti.
Un quadro inquietante e triste che non può non farci solidarizzare con moltissimi giovani che, a causa del fanatismo religioso, stanno vivendo un incubo di cui, purtroppo, non si conosce la fine.
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