Ieri abbiamo pubblicato un articolo in cui parlavamo di Leandra, una studentessa del terzo anno del corso di laurea in Scienze Biologiche dell’Università degli Studi di Palermo. Leandra ci aveva scritto chiedendoci di dar voce al loro disappunto per non poter più svolgere i tirocini in presenza, dopo le ultime disposizioni del Rettore.
Leandra oggi ha ricevuto risposta alla mail che aveva inviato a Micari, e si sente ancor più delusa.
L’ufficio di gabinetto del Rettore, ha infatti risposto alla mail di Leandra, ma ha confermato che solo gli studenti che sono faccinati potranno frequentare in presenza le strutture sanitarie per svolgere i tirocini.
Dunque è confermato che molti aspiranti biologi come Leandra, che avrebbero dovuto iniziare l’esperienza formativa del tirocinio in questi giorni, non potranno farlo e non potranno dunque rispettare le loro scadenze.
Ci ha riscritto Leandra, per ringraziarci della nostra attenzione e per informarci della risposta ricevuta dall’Ufficio di Micari. Non nasconde l’amarezza. “Ho risposto al rettore che la celerità con cui sono stati predisposti i vaccini anti-covid 19 agli studenti di medicina e professioni sanitarie anche del primo o secondo anno, evidenzia il forte declassamento nei confronti degli altri studenti che operano anche in ambito sanitario. Come noi biologi, che stiamo combattendo la battaglia contro il virus da dietro le quinte e questo è ben noto a tutti“.
“Quindi questo evidenzia- continua Leandra– che ci sono studenti di serie A e di serie B. Studenti di medicina che potranno svolgere il tirocinio formativo e imparare. E studenti di biologia a cui viene negata questa possibilità. Perché per loro non è stato predisposto alcun vaccino“.
Ci dispiace molto per tutti gli studenti di Unipa che non potranno svolgere in presenza i loro tirocini. Soprattutto per quelli di facoltà come Scienze Biologiche per cui la pratica è una fase fondamentale dell’apprendimento.
Ci auguriamo che possano essere trovate delle soluzioni che garantiscano a tutti in maniera equa il diritto allo studio. Ben comprendiamo che non è facile gestire situazioni complesse, come quella del momento che stiamo vivendo. Così come non è facile per gli studenti ricevere ulteriori stop al loro apprendimento e alla loro costruzione del futuro.
Comprendiamo la rabbia di chi deve apprendere e formarsi in queste condizioni, come la studentessa Leandra. E’ la stessa esasperazione che colpisce un po’ tutti, anche noi. Ma per dirla in maniera poetica, bisogna trasformare le ferite in poesia e la cenere in luce. O almeno bisogna provarci.
Del resto l’uomo, ha sempre dimostrato di saper far qualcosa di buono di tutto viò che gli accade.
Quindi in bocca al lupo a Leandra, ai suoi colleghi, e a tutti gli studenti che, per l’ennesima volta, devono fermarsi.
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