Natale e zona Rossa anti-Covid: ecco tutte le regole in vigore e le scappatoie
Da mezzanotte tutta l’Italia è in zona rossa: nuove, ennesime, restrizioni per l’emergenza coronavirus.
Da oggi fino al 6 gennaio 2021 per muoversi sarà, in molti casi, necessaria l’autocertificazione .
Vediamo nel dettaglio cosa succede da oggi, le regole in vigore, le deroghe per gli spostamenti e le scappatoie per il pranzo di Natale, il cenone e il veglione.
La circolare pubblicata sul sito del ministero dell’Interno ricorda che nei giorni festivi e prefestivi compresi tra il 24 dicembre 2020 e il 6 gennaio 2021
(vale a dire 24, 25, 26, 27 e 31 dicembre 2020 e 1, 2, 3, 5 e 6 gennaio 2021)
Si applicano sull’intero territorio nazionale le misure previste dall’articolo 3 del decreto del presidente del Consiglio dei ministri 3 dicembre 2020
Per la cosiddetta area rossa, cioè i territori caratterizzati da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto.
Nei giorni 28, 29 e 30 dicembre 2020 e 4 gennaio 2021 si applicano invece sul territorio nazionale le misure previste per l’area arancione.
Anche in questi casi troveranno peraltro applicazione i limiti orari imposti dal cosiddetto coprifuoco, e che “sono consentiti, senza limiti di orario, gli spostamenti che si riconnettono ad attività assistenziali svolte, nell’ambito di un’associazione di volontariato, anche in convenzione con enti locali, a favore di persone in condizione di bisogno o di svantaggio.
Conseguentemente, per lo spostamento legato a tali attività, potrà addursi a motivo giustificativo l’espletamento del servizio di volontariato sociale”.
Sarà inoltre necessario indicare nel modulo di autocertificazione:
il proprio abituale domicilio, un contatto telefonico valido, di non essere sottoposti alla misura della quarantena ovvero di non essere risultato positivo al Covid-19 (fatti salvi gli spostamenti disposti dalle Autorità sanitarie), di essere “consapevole delle conseguenze penali previste in caso di dichiarazioni mendaci a pubblico ufficiale” regolate dall’articolo 495 del Codice di procedura penale.
Cosa rischia chi non è in regola? In primo luogo una multa da 400 a mille euro, come previsto dal decreto.
In attesa di scoprire se il Viminale appronterà un altro modulo per l’autocertificazione delle uscite da casa, va segnalato che già così le regole sono talmente lasche da consentire l’utilizzo di una serie di scappatoie per il pranzo di Natale, il cenone, il veglione e per le uscite per andare a trovare gli amici.
Ma, e questa è la novità, non essendo esplicitamente vietati sono consentiti anche il cenone di Natale e il veglione di Capodanno con due ospiti più gli under 14 e i non autosufficienti.
Fabio Ciciliano, 48 anni, dirigente medico della polizia e membro del Comitato Tecnico Scientifico, di cui è segretario, in una serie di dichiarazioni rilasciate qualche giorno fa al Corriere della Sera ha spiegato che l’espediente del pernottamento è valido:
Sì, ogni giorno si può effettuare soltanto una visita e si può rimanere anche a dormire.
L’uscita per il ritorno a casa è consentita dalle 5 alle 22 tutti i giorni e il 1° gennaio 2021 dalle 7 alle 22.
E c’è di più:
perché anche la precisazione sulle seconde case che è sempre possibile raggiungere fornita il 19 dicembre scorso da Palazzo Chigi fornisce un’ulteriore scappatoia per organizzare cenoni e veglioni:
“È stato necessario trovare un compromesso tra necessità di limitare la circolazione delle persone per evitare la diffusione del virus e l’esigenza di garantire comunque una minima socialità per le famiglie, soprattutto per consentire ai nonni di non rimanere soli durante il periodo natalizio”.
Anche chi va a trovare un parente o un amico nella seconda casa può fermarsi a dormire.
Unica condizione sia in zona Rossa che Arancione :
“La seconda casa dev’essere nella regione di residenza sia del proprietario che degli amici o parenti che vengono ospitati, poiché dal 21 dicembre al 6 gennaio sono preclusi spostamenti tra regioni e province autonome”.
Sia nei giorni “rossi” (a dicembre il 24/25/26/27/31 e a gennaio 1/2/3/5/6) che in quelli “arancioni” (28/29/30 dicembre e 4 gennaio).
Di fatto le due categorie sono pressoché indistinguibili.
Va inoltre ricordato che il domicilio è inviolabile e quindi i controlli in casa sono impediti alle forze dell’ordine, a meno che queste ultime non abbiano il fondato sospetto che nell’abitazione stia avvenendo qualcosa di illegale.
Un sistema liberal-democratico non manda la Polizia in casa, a meno che non ci sia una flagranza di reato – ha spiegato Conte in diretta rispondendo alle domande dei giornalisti sul decreto – noi non entriamo nelle case degli italiani, è un decreto concepito come forte limite alla circolazione.
Si esce con l’autocertificazione
Ecco quindi che con la regola delle due persone e il fatto che si debba specificare l’indirizzo di destinazione ma non la persona a cui si sta facendo visita c’è il pericolo che più coppie di persone (o intere famiglie) si vedano nella stessa casa senza che tecnicamente nessuno possa impedirlo.
Un altro problema riguarda la possibilità di visitare una ed una sola casa durante l’uscita prevista dalla deroga. Anche in questo caso la norma è facilmente aggirabile.
Se si vogliono per esempio visitare due parenti che abitano in due case diverse, basta uscire per recarsi dal primo muniti di autocertificazione compilata in ogni punto tranne che per l’indirizzo di destinazione.
Se non si viene fermati – e quindi non si è costretti a consegnarla, considerando che i controlli possono essere effettuati anche successivamente – poi si può tranquillamente recarsi nella seconda casa a cui si vuole far visita:
nessuno può essere in grado di provare che prima ci si è fermati da un’altra parte e quindi se si viene fermati si può scrivere soltanto il secondo indirizzo di destinazione.
È evidente quindi che più che i controlli “l’appello sia rivolto alla responsabilità dei cittadini”, ha detto qualche giorno fa al Messaggero il virologo dell’Università degli studi di Milano Fabrizio Pregliasco, “d’altronde non c’è un manuale che potesse permettere una precisa definizione delle singole misure”.
Il Viminale ha schierato – su tutta la penisola – circa 70mila uomini per far rispettare le disposizioni contenute.
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