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Pandemia. Le donne pagano il prezzo più alto

Le lavoratrici donne, che già lavorano e guadagnano molto meno degli uomini, sono state quelle che hanno pagato il prezzo più alto per la pandemia ancora in corso. Da una parte hanno perso più posti di lavoro, dall’altra hanno dovuto nella maggior parte dei casi, incrementare il tempo dedicato alla cura della famiglia.

I dati statistici

Secondo gli ultimi dati dell’Istat, rispetto all’anno scorso sono stati eliminati circa 274mila posti di lavoro occupati da donne. Per gli uomini invece questo calcolo si ferma a -151mila. Il dato  è ancora più preoccupante se pensiamo che sono molti di più i lavoratori rispetto alle lavoratrici, quindi il calo percentuale diventa ancora più pesante a sfavore delle seconde.

Secondo uno studio di McKinsey, i lavori svolti dalle donne rispetto a quelli degli uomini sono quasi due volte più a rischio economicamente a causa della pandemia. E non è solo una questione di licenziamenti, ma anche sanitaria: per l’Istat nei settori più a rischio di contagio da coronavirus i due terzi (67,3 %) dei lavoratori è donna.

La pressione familiare

Inoltre la pandemia ha messo in difficoltà diverse donne anche in ambito familiare. Lo smart working infatti ha incrementato, talvolta, il carico di lavoro dentro le mura domestiche. Oltre a doversi occupare della gestione dei figli e della casa, adesso le donne devono anche lavorare all’interno delle mura domestiche, con tutte le difficoltà che questo comporta. Ed è per questo che una donna su tre a marzo ha lavorato più di prima e non è riuscita a mantenere un equilibrio tra lavoro e vita domestica. Tra gli uomini il rapporto è stato invece solo di uno a cinque. Anche prima del Covid la situazione era di enorme svantaggio. I numeri dell’Ocse mostrano infatti che in Italia ogni settimana una donna in media dedica 21 ore in più di un uomo alla cura della famiglia. Più di Spagna, Regno Unito e della media internazionale.

Un carico di lavoro non indifferente, con il conseguente stress psico-fisico che ne deriva.

Insomma l’emergenza sanitaria, anche in questo caso ha accentuato una situazione di divario, c’è abbastanza alto, tra carico di lavoro femminile e maschile e tra trattamento lavorativo impari tra i due sessi.

Siamo sicuri che le donne faranno ricorso alle mille risorse di cui li ha dotati la natura, ma speriamo anche che questo dato possa migliorare grazie ad interventi governativi mirati e magari, perché no, ad una maggiore collaborazione degli uomini, soprattutto dentro le mura domestiche


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