Era il 1976. In Italia si discuteva sul diritto all’aborto e sulla sua legge, che poi verrà approvata nel 1978, per cui ciascuna donna è libera di abortire nelle strutture ospedaliere abilitate. Oggi, malgrado siano passati quasi 50 anni, il tema è tornato di strettissima attualità dopo la scelta della Corte Costituzionale americana. Un fatto che racconta come nessun diritto deve essere preso per assodato.
A difendere a spada tratta il diritto di una donna ad abortire o a non abortire fu Oriana Fallaci, all’interno di una trasmissione televisiva. Solo l’anno prima, nel 1975, il suo libro Lettera a un bambino mai nato era diventato un caso letterario. E ancora oggi rimane uno dei libri italiani più letti di sempre. Quindi chi meglio di lei poteva dare un’opinione in merito.
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In quel dibattito televisivo la Fallaci intervenne per quarta, dopo tre uomini. Fatto che certamente non la rese contenta, tanto che cominciò il suo intervento con: “Sono la prima donna a prendere parola, ma la quarta in generale. Prima di me hanno parlato ben 3 uomini. In questo dibattito siamo 6 uomini e 3 donne, sarebbe stato più corretto avere 6 donne e 3 uomini”.
Poi con un’interessante analisi la scrittrice fiorentina racconta l’ipocrisia dei politici che vanno contro l’aborto, perché ritenuta una pratica omicida, ma poi non provano freni nel mandare giovani verso la guerra.
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