Il ministro dell’Università e della Ricerca, Cristina Messa, intervistata da Skuola.net, individua i principali punti d’azione “da consegnare” al suo successore, così da non disperdere il lavoro fatto sinora.
Riportiamo, di seguito, l’intervista:
“Una delle questioni sul tavolo di ogni Governo, da troppi anni ormai, è quella dei “cervelli in fuga”, per motivi di studio o di lavoro. Come invogliare i ragazzi a restare in Italia? Il Ministro ha la sua personale ricetta: “Dobbiamo rivedere i salari, troppo bassi rispetto al resto d’Europa e, soprattutto, per chi ha una laurea. La laurea – sottolinea Messa – va valorizzata, perché è un impegno che è stato fatto. L’Italia è un Paese in cui ancora si vive bene, c’è una buona qualità di vita, quindi riconoscere il valore di una laurea, anche dal punto di vista salariale, e aumentare quell’occupazione che dipende dalle competenze e dalle conoscenze, penso sia il modo migliore per trattenere i nostri giovani”.
“Prima di arrivare all’obiettivo laurea, però, il percorso è ricco di paletti e insidie. Come un sistema di orientamento che, spesso, non funziona e che lascia i ragazzi “soli” nel momento delle scelte decisive: “Ci vorrebbe – spiega il Ministro – più autonomia nella scuola. I ragazzi devono crescere durante quel periodo, li teniamo troppo sotto una ‘campana di vetro’. Io auspico che ci sia un percorso di autonomia e indipendenza che inizia già a partire dalle superiori”.
“Ma, anche i più volenterosi e determinati, potrebbero trovarsi di fronte un altro tipo di ostacolo. Le condizioni economiche e sociali di partenza che potrebbero rendere complesso coronare il sogno della laurea. Tanti ragazzi chiedono uno sforzo maggiore sul “diritto allo studio”. Anche qui il Ministro Messa traccia la via: “Abbiamo già impiegato i fondi del PNRR per aumentare il numero di alloggi e il numero e l’entità delle borse di studio.Tutto questo sarà valido fino al 2024-2025, quindi è molto importante che i prossimi Governi stanzino finanziamenti nazionali per continuare su questa strada”.
“E poi c’è un altro tipo di frustrazione. Quella dei ragazzi che vorrebbero intraprendere un percorso ma che, per ragioni “strutturali”, devono rinunciare o rivedere i propri programmi. E’ il caso, ad esempio, degli aspiranti medici, alle prese con la “lotteria” dei test d’ingresso. La domande che in molti si fanno è: “Perché Medicina è a numero programmato se mancano in Italia mancano i medici?”. Il Ministro non si nasconde: “Quest’anno si sono iscritti ai test di Medicina più di 60mila persone. Non abbiamo le forze per riuscire a formare tutti questi medici. Allora, o li fermi all’inizio, al primo anno, oppure li fermi ancora prima che comincino”. Ma ricorda: “Il numero delle immatricolazioni lo abbiamo aumentato. Oggi siamo arrivati a circa 15-16mila posti di Medicina, rispetto ai 9mila di qualche anno fa c’è una bella differenza”.
“Ma, trattandosi di un “confronto” con gli studenti, non può mancare la richiesta di un consiglio, da parte di un osservatore privilegiato sul mondo della formazione e del lavoro, per tutti quei ragazzi indecisi su cosa fare “da grande”. In realtà, il ministro Messa ne dà ben tre: “Il primo è quello di non andare in crisi: niente ansia, mente fredda, lasciate perdere un attimo il cuore e pensate, senza metterci troppa emozione. Il secondo è quello di girare, osservare, parlare con i più grandi, con chi ha già intrapreso gli studi; se si è interessati ad alcuni argomenti farsi aiutare dalla scuola a conoscerli meglio, andare fisicamente nei luoghi in cui si vorrebbe lavorare. Il terzo è di provare a conoscere sé stessi, fare un lavoro individuale per riuscire a capire non solo i desideri astratti ma anche la ‘voglia di’; perché il motore più importante per riuscire è la motivazione”.
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