Università, voti alti a tutti i costi? Il dilemma che spacca gli studenti italiani
Sempre più studenti rifiutano voti come il 28 per inseguire il 30 e lode all’università: la corsa a prendere voti alti a tutti i costi.

All’università, il momento in cui ci si chiede se accettare un voto o tentare di migliorarlo arriva per tutti. Ed è esattamente questo il tema che ha acceso un acceso confronto su Reddit: uno studente del primo anno di Ingegneria racconta di aver ricevuto un 28 in Analisi Matematica. Ma nel suo gruppo di colleghi, la reazione è stata netta: “No, noi vogliamo solo il 30 e lode”.
Da qui nasce un post diventato virale che pone una domanda tanto semplice quanto cruciale: vale davvero la pena inseguire sempre il voto massimo?
La corsa ai “votoni”: eccellenza o ossessione?
L’ossessione per la perfezione accademica è diventata, per molti, una sorta di traguardo obbligato. Lo confermano i commenti alla discussione: c’è chi ritiene il 28 un voto più che soddisfacente, e chi invece rifiuterebbe qualsiasi valutazione inferiore al massimo.
Ma la vera domanda è: questa mentalità è sostenibile? Un utente scrive: “Concentrarsi su esami futuri è più utile che ripreparare un esame già passato con un buon voto”.
Il perfezionismo stanca (e non sempre premia)
Dalla community emergono anche riflessioni più profonde: “Conosco persone che rifiutavano 27 o 28 al primo anno e poi si sono trovate esauste all’ultimo”.
Un monito importante per chi, spinto dall’ambizione o dalla paura di “non essere abbastanza”, rischia di compromettere l’intero percorso universitario.
Lo stress accumulato e il timore di non essere perfetti possono portare alla frustrazione, soprattutto in un contesto che dovrebbe essere formativo e non ansiogeno.
Università: campo di crescita o gara al voto?
Il confronto tocca un altro nodo cruciale: la percezione dell’università come competizione. Secondo un altro utente: “Per molti l’università è una sfida contro i professori. Ma non è detto che un 30 oggi porti a un successo domani”.
Un pensiero che spezza una lancia a favore di un approccio più umano e meno meccanico allo studio.
Una questione personale, ma attuale
La verità, come spesso accade, sta nel mezzo. C’è chi trova energia nel puntare al massimo e chi invece preferisce valorizzare il proprio tempo e la propria salute mentale.
Quel che è certo, è che il perfezionismo scolastico è un tema sentito, discusso e spesso frainteso.
Questa riflessione virale su Reddit ci ricorda che dietro ogni scelta c’è una persona con il proprio modo di vivere l’università. E che, a volte, anche un 28 può essere il voto giusto al momento giusto.