Uno studente universitario su sette si “dopa”

Non crediamo che ci sia differenza fra nazionalità ma uno studio svizzero condotto da ricercatori...

Non crediamo che ci sia differenza fra nazionalità ma uno studio svizzero condotto da ricercatori delle università di Zurigo e Basilea – che per Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti, può essere applicato nella generalità dei casi e dovrebbe far riflettere – ha stabilito che ben uno studente su sette (il 13,8%) ha già provato almeno una volta a migliorare le sue prestazioni attraverso farmaci su ricetta o droghe, legali o illegali.

La sostanza più usata è l’alcol (5,6%), seguita da un metilfenidato quale il Ritalin (4,1%), tranquillanti e sonniferi (2,7%), cannabis (2,5%), betabloccanti (1,2%), anfetamine (0,4%) e cocaina (0,2%).

I giovani si dopano soprattutto durante la preparazione agli esami. Ha, inoltre, tendenza a farlo chi ha più semestri all’attivo e chi, accanto allo studio, svolge un’attività lavorativa.

Notevoli sono pure le differenze a seconda dell’indirizzo formativo. Si ricorre alle sostanze in questione soprattutto nelle facoltà di architettura (19,6%), giornalismo (18,2%), chimica (17,6%), economia (17,1%), medicina (16,2%) e farmacia (16,1%), mentre il loro uso è meno diffuso nei rami matematica (8,6%) e sport (7%).

Il professor Michael Schaub, responsabile dello studio e direttore dell’Istituto per la ricerca sulla dipendenza e la salute dell’università di Zurigo, ha affermato che la situazione deve essere osservata con attenzione ma al momento non vi è necessità di intervenire. Nell’ambito dell’indagine sono stati interrogati ben 28.118 studenti: 6.275 di loro ha partecipato al sondaggio online.

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