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30 euro per un certificato…non è un po’ esagerato?

C’è una notizia di qualche giorno fa, passata un po’ in sordina, su cui vorrei accendere i riflettori almeno per un giorno, per capire in quanti siamo a manifestare un minimo d’indignazione.

Ho appreso, infatti, leggendo quest’agenzia dell’Ansa, resa nota il 30 gennaio scorso, che «nell’era della semplificazione, per ottenere un certificato che attesti l’iscrizione all’università si devono pagare 29,24 euro, mentre fino a un anno fa era gratis».

Sono basita. Da un lato si esaltano (giustamente) le prenotazioni e le verbalizzazioni online degli esami, dall’altro bisogna ancora fare i conti con una situazione così obsoleta. E per giunta con un costo a carico dello studente, che già di per sé paga tasse salatissime per costruirsi un futuro.

Ma lo sgomento non finisce qui, perché – come si legge sempre sull’Ansa, «se altrove basta comprare due marche da bollo dal tabaccaio, a Palermo bisogna recarsi in segreteria, farsi dare un foglio con i propri dati e il codice Mav, andare in banca e dopo tornare in segreteria per avere, finalmente, il certificato».

Cose dell’altro mondo. Concordate con me?

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A proposito dell'autore

Serena Catanzaro è nata e vissuta a Palermo. Laureata in scienze e tecniche psicologiche, continua la sua esperienza con l'Università di Palermo frequentando la magistrale. Stanca di fronteggiare le difficoltà amministrative e non dell'UNIPA, non vede l'ora di laurearsi ed entrare finalmente nel mondo del lavoro per mettere in pratica il frutto del lavoro di anni sui libri!

4 Risposte

  1. Midori

    Ma il certificato che attesti l’iscrizione a che scopo si va a richiederlo? cioè chiedo da totale ignorante, in quale situazione si avrebbe la necessità di richiederlo? nn basta a seconda della situazione, presentare la ricevuta delle tasse pagate?

    Cmq in ogni caso indignarsi è d’obbligo, xchè nn è possibile che le tasse che sono chieste agli studenti non corrispondano poi ad adeguati e dovuti servizi.
    Il punto è che purtroppo l’indignazione non basta per cambiare le cose.

  2. Roberto

    Purtroppo si tratta di una legge nazionale alla quale purtroppo l’Università di Palermo si è dovuta adeguare. Infatti se fino al 31 dicembre 2011 era possibile ottenere certificati gratuiti da parte di un qualunque ente, dal 1° gennaio 2012 gli enti possono rilasciare certificati solo dietro il pagamento di un’imposta di bollo che va direttamente all’erario e NON all’ente che rilascia il certificato.
    La certificazione non va mai prodotta quando il cittadino deve dimostrare i propri titoli ad una pubblica amministrazione. Infatti in questo caso basta l’autocertificazione che per unipa può essere prodotta direttamente dal Portale Studenti.
    Il certificato invece potrebbe essere necessario se richiesto da un’istituzione privata. Solo in questo caso va prodotto e purtroppo va pagato allo stato.
    In questa operazione l’università di palermo non ci guadagna nulla.

    • Giampiero

      Ok, l’Università non ci guadagna, ma fa perdere un sacco di tempo, 1 andare in segreteria per ritirare il modulo MAV, 2 andare in Banca a pagare 32 euro, 3 tornare in segreteria per ritirare il certificato, semprecchè non ti dicano di ritornare fra qualche giorno. È ridicolo, il Comune di Palermo rilascia Certificati online in tempo reale e poi sta a te mettere UNA SOLA marca da bollo sul certificato.
      NON È CHE AVETE INTERPRETATO LA LEGGE IN MANIERA ERRATA?

  3. Giuseppe MOSCATO

    Si vabbè, lo Stato
    ma una marca da bollo costa € 16,00 mentre due minuti fa la Segreteria distaccata di Agrigento mi ha chiesto, per un certificato di iscrizione, ben € 32,00
    ESAGERATO