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“Fateci continuare i corsi in Italia”. La richiesta degli studenti di Medicina tornati in Sicilia

Costretti a tornare a casa in seguito all’esplodere dell’emergenza sanitaria, gli studenti della facoltà di Medicina in lingua inglese dell’Università statale di Plovdiv, in Bulgari, chiedono di poter continuare il loro percorso di studi in Sicilia. Hanno formalizzato la richiesta scrivendo una lettera al Ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi,  al Ministro della salute, Roberto Speranza, ed al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, chiedendo, anche, il riconoscimento  del percorso formativo sinora svolto all’estero.

Ludovica Rodante, studentessa siracusana, racconta la sua storia e le motivazioni della proposta al Governo, elaborata insieme ad altri suoi colleghi di corso.

“La mia decisione di studiare in Bulgaria- scrive Ludovica – è stata una scelta obbligata e sofferta, dal momento che il numero chiuso per l’accesso alle facoltà di medicina non mi ha consentito di intraprendere quello che era il mio obiettivo iniziale, privandomi della possibilità di perseguire il sogno di studiare medicina in un’Università italiana, sogno al quale ambivo ed ambisco tutt’ora. Pur riconoscendo la validità formativa del percorso intrapreso, che per molti potrebbe rappresentare una scorciatoia, in questo particolare momento storico, mi sento di richiedere l’opportunità di rientrare definitivamente in Italia e continuare gli studi in una facoltà italiana anche in lingua inglese”.

“In questo periodo stiamo comprendendo, a nostre spese, che la sanità pubblica – scrive la studentessa siracusana di Medicina – rappresenta un patrimonio insostituibile per il nostro Paese e va potenziata con ogni mezzo, poiché non vi è valore più importante della salute. Non può non evidenziarsi come l’enorme carenza di medici in Italia sia frutto di scelte ormai anacronistiche, che hanno solo depauperato il nostro sistema sanitario nazionale, privandolo della linfa vitale rappresentata dai giovani medici preparati e motivati, costringendo, addirittura, alla chiamata in servizio di sanitari già in pensione”.

La studentessa solleva anche la questione economica, perché, il Covid19 ha ridotto la capacità produttiva del paese con conseguenze drammatiche per le famiglie, che potrebbero non più permettersi di pagare gli studi ai figli.

“In aggiunta a quanto esposto, va altresì considerato- scrive Ludovica Rodante –  che le famiglie di noi studenti all’estero stanno sostenendo non indifferenti oneri economici per mantenere i nostri studi e non sappiamo se, in conseguenza della crisi economica, che inevitabilmente seguirà all’emergenza sanitaria, saranno in grado di sopportare ulteriormente”.

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