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Come gli incivili stanno trasformando il Foro Italico in una discarica a cielo aperto (FOTO)

Siamo ancora in inverno, ma si sa il sole siciliano regala giornate allegre, che meritano di essere vissute. Ma vissute bene e nel rispetto dell’ambiente che ci circonda. La zona gialla ha portato tantissimi palermitani al Foro Italico, nei pressi della zona Porto.

La vasta area verde regala momenti di tranquillità, dove è possibile giocare, divertirsi, stendersi, rilassarsi, staccare la spina da giornate infinite e monotone. Ma proprio perché continui ad essere così si deve avere rispetto del verde offerto dal capoluogo siciliano.

La discarica al Foro Italico

Girando per tutto il Foro Italico è possibile vedere qualsiasi tipo di oggetto per terra: da quelli comuni a quelli più particolari e inaspettati. Così il prato palermitano che affaccia al mare diventa una mera discarica, che fortunatamente viene con cura pulita da coloro incaricati a farlo.

Le leggende raccontano che la famosa ottava vasca di cui va alla disperata ricerca il Comune di Palermo si sia trasferita lì. Almeno per alcuni palermitani.

Stelle filanti e bombolette carnevalesche inondano in questo periodo il parco, manco fosse passata tutta Rio De Janeiro a suon di samba. Il Caenavale 2021 mai festeggiato lascia comunque i suoi residui sul verde.

Poi camminando per il Foroitalico si trovano mascherine a go go, di tutti i colori e di tutte le forme, e fazzoletti di carti. A pochi centimetri di distanza dai cestini appositi, che in certi casi risultano vuoti e certe volte pieni. Per carità qualche rifiuto per terra sarà colpa del vento, ma non tutti. 

È possibile vedere anche un cartone di una pizza, oramai mangiata, lasciata nel prato. La borchia di un motorino o un pacco di patatine al pepe e al lime, insieme ad una lattina appena aperta. 

L’ inciviltà regna sovrana al Foroitalico di Palermo. E solo noi possiamo salvare lo spazio verde da questo atteggiamento.

Le foto:


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”