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I vaccini e la guerra al Covid, Speranza: “Sono la nostra vera arma, massima fiducia in AstraZeneca”

“La sospensione in via del tutto temporanea, cautelare e precauzionale del vaccino AstraZeneca del 15 marzo è stata il frutto di un confronto prima tra le agenzie regolatorie nazionali e poi tra i ministri della salute dei principali paesi europei, in costante contatto con i loro governi. Il nostro auspicio è che già domani l’Agenzia europea del farmaco lo sblocchi, in cui abbiamo massima fiducia, e che la campagna vaccinale con AstraZeneca possa ripartire”. Lo ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza in audizione sulle linee programmatiche del suo dicastero davanti alle commissioni riunite Affari sociali di Camera e Senato.

‘Il Governo – ha proseguito Speranza – considera i vaccini la prima vera chiave per chiudere la stagione così difficile che stiamo vivendo. Quanto accaduto non incrina assolutamente la nostra fiducia nei vaccini, nell’Ema e nella nostra agenzia regolatoria Aifa e i vaccini sono l’arma che abbiamo a disposizione per uscire da questo anno così difficile”. “Nel secondo trimestre avremo in arrivo oltre 50 milioni di dosi e nel terzo trimestre avremo 80 milioni di dosi attese, questo significa che potremo avere una accelerazione molto significativa”. “Nelle prossime ore stiamo lavorando a due interventi normativi: uno per favorire gli l’impegno di farmacie e di infermieri nella campagna di vaccinazioni per favorirne l’accelerazione”.

Speranza fa quindi il punto della situazione sull’andamento dei contagi in Italia: “La situazione non è semplice e questo per le varianti: la Uk si trasmette più velocemente del 35-40% e ha toccato il 54% della totalità dei casi. Sono presenti anche varianti sudafricana, soprattutto nell’area di Bolzano, e quella brasiliana soprattutto nel Centro Italia. Con il criterio di 250 casi per 100mila per l’ingresso in zona rossa speriamo di piegare la curva. Quindi una situazione non semplice che richiede la massima cautela con l’impegno di tutte le istituzioni”. “Il primo asse riguarda il potenziamento dei servizi territoriali per garantire l’esigibilità dei Lea. Implementare una assistenza di prossimità significa mitigare la povertà sanitaria. Altro punto del primo asse è la casa di comunità che sarà presidio della salute per dare risposte: un ecg, un consulto sulla salute sui bambini, sarà una rete che riorganizzerà strutture frammentate ora sul territorio”.

Covid, i vaccini e la strategia di Speranza

“A coordinare l’assistenza ci saranno le centrali operative territoriali che avranno la funzione di punto di riferimento sia per l’accesso alle cure sia per gli operatori e per integrare l’assistenza e il territorio. Inoltre ci saranno i centri territoriali contro la povertà sanitaria con equipe multidisciplinari – continua Speranza -. Il secondo asse è il one health che lega salute, ambiente e clima. Bisogna rafforzare le strutture del paese per l’igiene pubblica. bisogna inoltre sviluppare un rapporto più organico tra scuola e sanità. Bisogna cioè superare una concezione parcellizzata della salute, includendo anche l’area della protezione dell’ambiente e del clima”. “Saranno attuate opere di ammodernamento della rete ospedaliera con interventi per la sanità digitale. Va avviata anche una transizione urgente verso la sostenibilità ecologica. Inoltre l’ospedale deve diventare sempre più flessibile. Bisogna prevedere percorsi separati di accesso e pre triage, oltre che servizi di telemedicina”.

“Investire nella trasformazione digitale del nostro ssn è una priorità ed è un lavoro che deve cominciare dal cuore stesso del sistema. Ciò che serve è una centrale di calcolo per elaborare la grande quantità di dati disponibili, anche per la costruzione di scenari. Questi mesi ci hanno insegnato l’importanza dei modelli predittivi, pertanto è necessario costruire un modello unico”. Il fascicolo sanitario elettronico “rimane uno strumento essenziale in questa ottica: oggi siamo a 32 milioni di fascicoli”.

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