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Il blocco dello studente

«Il fumo crea fantasmi» diceva il bimbo riccioluto quando lui era piccolo.

Era figlio di un amico di suo padre e si riferiva al fumo che usciva dalla bocca del padre, che privo di interesse per il figlio riccioluto, saltellante con l’intenzione di acchiappare quei fantasmi, continuava a chiacchierare.

Adesso il fumo usciva dalla sua bocca, denso e bianco.

Centinaia di macchine illuminavano e riempivano di suoni quella via che usa spesso giorno per andare all’università. Passavano sotto di lui ignare di chi fosse, del fatto che lui in quel momento era ad un passo, forse qualcosa in più di un passo dal laurearsi.

In giornata aveva riempito un altro rigo del libretto blu vomito, ma non aveva sentito per nulla quel brivido. Il brivido che si prova un secondo dopo la verbalizzazione di un esame… la soddisfazione che si prova nel fatto che un professore ti riconosce sufficientemente preparato.

Questa volta era stata diversa, nessun brivido era stato colto, nessuna sensazione di libertà profonda… solo un gesto di routine nel firmare il verbale, nel mettere il libretto nello zaino. Nel dare la mano al professore sfoggiando un sorriso ipocrita. Nulla, vuoto. Come se qualche cosa nel meccanismo emozionale si fosse inceppato.

«Ma si può essere tristi per il fatto che non si prova la gioia che si dovrebbe provare?»

Nessuno rispose, qualcun’altro parlava, era un tizio che in quel momento probabilmente era a migliaia di Km da quella stanza.

Parlava di una pistola a raggi X, di un bambino col maldidenti che urlava come un terremoto, e poi diceva:

«Now we’re a family
And we’re all right now
We got money
And a little place to fight now».

Gettò la sigaretta incivilmente dalla finestra, scivolo sul pavimento con la sedia e si precipitò a tradurre quella canzone.

Non è come in un film, non arriva mai la canzone che serve al momento giusto, e non possiamo sempre provare tutto quello che vogliamo quando vogliamo. Ma rimurginarci sopra di sicuro non aiuta.

«Ma che figo ‘sto testo però!»

Passò la notte in bianco traducendo canzoni dei WhiteStripes, tanto il libretto era un po’ più pesante adesso e anche se non aveva esultato come sempre se lo meritava no?

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A proposito dell'autore

Semplice studente di ingegneria informatica che si diletta nel tempo libero (non tanto) in arti oscure quali smanettare con i pc e provare nuove bevande alcooliche. Nonché speaker radiofonico e webdeveloper per pagarsi le suddette arti oscure.

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