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Palermo, sit-in contro l’abolizione dell’ergastolo ostativo: il “fine pena mai”

L’Associazione di Volontariato “Our Voice – ODV” e quella Culturale “Falcone e Borsellino”, hanno organizzato ieri pomeriggio, 2 aprile, un sit-in in piazza Verdi, a Palermo. Al centro della manifestazione, l’abolizione dell’ergastolo ostativo. Presenti anche alcuni familiari di vittime di mafia.

Ergastolo ostativo: che cos’è?

Con il termine “ergastolo ostativo” si indica il duro regime previsto dall’art. 4 bis dell’ Ordinamento Penitenziario. Quest’ultimo, esclude qualsiasi tipo di beneficio agli autori dei reati più gravi, come quelli legati alla criminalità organizzata, in assenza della collaborazione con la giustizia. Nel caso dell’ergastolo ostativo, quindi, la pena viene scontata interamente in carcere, diventando così perpetua: “fine pena mai”.


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L’incostituzionalità della pena perpetua

La CEDU (Corte Europea dei Diritti dell’Uomo) e la Corte Costituzionale rischiano di minare, con le loro decisioni, il campo della pena perpetua. Come? Dichiarando di volerla abrogare, insieme al cosiddetto carcere duro (41-bis) per i mafiosi. Alla recente udienza pubblica della Consulta, anche l’Avvocatura dello Stato si è pronunciata favorevole all’abolizione. Il verdetto è atteso nelle prossime settimane.

Il commento di Maria Falcone

Anche Maria Falcone, la sorella del giudice Giovanni, assassinato a Capaci, interviene sulla questione. “Consentire a un mafioso ergastolano, che non abbia mai intrapreso la strada della collaborazione con la giustizia, di godere di permessi premio sarebbe un clamoroso arretramento nella lotta a Cosa nostra “. Continua: “Sono certa che la Corte Costituzionale, con la sensibilità che da sempre contraddistingue il suo operato nel decidere, non dimenticherà le peculiarità delle mafie italiane che ai tempi indussero il legislatore ad adottare leggi come quella ora in discussione”. Solo un mese, un’inchiesta condotta dalla Dda di Palermo ha dimostrato come il boss mafioso, condannato all’ergastolo per l’omicidio del giovane giudice Livatino, abbia immediatamente colto l’occasione dei suoi “permessi premio” per ritornare a capo della cosca.

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A proposito dell'autore

Laureata in Giurisprudenza a Palermo con una tesi di diritto penale, non ho mai abbandonato la mia passione per la scrittura. Curiosa ed ambiziosa, cerco di rinnovarmi continuamente.