Con l’esplosione del Covid-19, per limitare il rischio di contagio, ecco che è arrivata in nostro soccorso IMMUNI, l’app “salvavita”.
L’App è accessibile a tutti i dispositivi android e ios, con il solo utilizzo della tecnologia Bluetooth. E’ uno strumento che permette di contrastare la velocissima diffusione del virus segnalando il pericoloso contatto con soggetti che hanno contratto il virus e che magari risultano essere asintomatici.
Il vantaggio sarebbe quello di avere, in qualche modo, una sorta di angelo custode che ci suggerisce un eventuale pericolo nei paraggi, così da limitare i danni da contagio immediato.
A chi si è trovato, ad esempio, a contatto con un soggetto positivo al Covid, l’App invierà una notifica per segnalare il caso e avvisarlo del potenziale pericolo del contagio.
Segnalato in tempo reale, ci si mette in contatto con il proprio medico e se necessario, si procede ad effettuare il tampone, così da evitare di contrarre il virus, esporsi a tale pericolo ed essere a sua volta una minaccia per gli altri.
Ma sarà davvero così? Quante persone utilizzano l’app? Quante effettivamente positive al Covid hanno segnalato la propria situazione a beneficio degli altri?
Le domande che ancora ad oggi permangono, dopo mesi dall’arrivo di IMMUNI, sono tante e altrettanto sono i dubbi sull’efficienza di questa applicazione. Molti hanno preferito addirittura non tenere in considerazione nemmeno l’ipotesi di istallarla. Chi per la paura angosciante del contagio o ancora peggio per la violazione della propria privacy.
Però Facebook, Instagram, Twitter, Tik tok e chi più ne ha più ne metta, sì, quelle non violano la privacy!
A tal fine va precisato che l’applicazione non è identificativa. Ad un eventuale soggetto contagiato viene attribuito infatti un codice, proprio nel rispetto della privacy e dei dati sensibili, di cui l’applicazione non si serve. Non sono nemmeno identificabili posizione geografica e spostamenti. Tutti i dati necessari, raccolti comunque dal Ministero della Salute e non da ciarlatani, sono trattati in ogni caso con riservatezza nel rispetto della privacy e cancellati entro la fine del 2020.
Nonostante sia stata ribadita la sicurezza di questa applicazione, c’è ancora chi invece gioca sulla non sicurezza altrui, opponendosi a priori al suo utilizzo. Forse sarebbe il caso riflettere su come a volte il nostro egoismo possa limitare la ricerca e il vantaggioso aiuto offertoci dalla tecnologia.
Mettere da parte il nostro senso di onnipotenza potrebbe renderci un po’ più umani e un po’ meno insensibili alle cose che attorno a noi accadono e di cui inevitabilmente ne siamo e dovremmo davvero essere parte attiva anche noi.
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