1 Agosto 2025

Babbaluci e Festino di Santa Rosalia: Ecco perché è il piatto tipico del Festino di Palermo

Scopri il significato culturale e culinario dei babbaluci, protagonisti del Festino di Santa Rosalia a Palermo. Storia, curiosità e ricetta originale.

Babbaluci
Babbaluci – Fonte:Archivio interno

Ogni anno, nel cuore di luglio, Palermo si trasforma in un grande teatro popolare all’aperto per celebrare il Festino di Santa Rosalia. Un evento che unisce fede, folclore e sapori autentici, tanto da essere considerato la festa più sentita dell’anno dai palermitani. Ma tra luci, processioni e spettacoli pirotecnici, c’è un protagonista che conquista tutti i sensi: il cibo di strada. E tra i piatti simbolo di questa celebrazione, i babbaluci occupano un posto d’onore.

Il cibo come rito: perché il Festino si vive anche a tavola

Come in ogni festa popolare siciliana, anche durante il Festino di Santa Rosalia il cibo diventa parte integrante della celebrazione. Le origini umili e popolari della festa si riflettono in piatti semplici, tramandati di generazione in generazione. Le vie del centro storico, soprattutto nei pressi del Foro Italico, si riempiono di bancarelle, profumi intensi e voci che raccontano storie di antiche tradizioni.

Le bancarelle del gusto: un viaggio nei sapori palermitani

Durante i giorni del Festino, le strade di Palermo si animano con le tipiche bancarelle del siminzaru, il venditore di semi, nocciole, mandorle e lupini, riconoscibile dalle decorazioni ispirate ai carretti siciliani e all’immagine di Santa Rosalia. A fianco, troviamo il turrunaru, che taglia a vista la cubaita – un torrone a base di sesamo e zucchero – insieme al caratteristico gelato di campagna.

E poi ci sono loro: i maestri del cibo da strada. I panellari, con le loro panelle croccanti, gli sfincionari, i venditori di pane ca’ meusa, i purpari che offrono polpo, cozze e ricci freschi. Senza dimenticare fichi d’India, pannocchie bollite e, naturalmente, u’ muluni, l’immancabile anguria.

Babbaluci: le lumache che raccontano Palermo

Ma il vero simbolo gastronomico del Festino restano loro: i babbaluci. Si tratta di piccole lumache terrestri raccolte in estate, tra il 13 giugno e la metà di luglio, nei campi tra le erbacce e i cardi spinosi. Il nome potrebbe derivare dall’arabo babush o dal greco boubalàkion, a testimonianza delle profonde radici storiche di questo piatto.

Già noti a Greci e Romani, i babbaluci venivano impiegati anche in medicina popolare. Oggi rappresentano una vera e propria icona palermitana, da gustare rigorosamente “cu scrusciu”, ovvero risucchiando il mollusco con rumore, dopo aver praticato un piccolo foro nel guscio.

Le proprietà nutrizionali dei babbaluci

Dal punto di vista nutrizionale, le carni dei babbaluci sono leggere, ricche di proteine e povere di grassi, simili a quelle del pesce. Un alimento sano e genuino, adatto a tutti, che racchiude i sapori più autentici della cucina palermitana.

Un antico detto popolare sottolinea anche il loro valore conviviale:
“Ziti a vasari e babbaluci a sucari nun ponnu mai saziari”, ovvero: fidanzati da baciare e lumache da succhiare non saziano mai.

Ricetta tradizionale dei babbaluci palermitani

Ingredienti:

  • 1 kg di lumache
  • 1 testa d’aglio
  • 1 mazzetto di prezzemolo
  • Olio extravergine d’oliva
  • Sale e pepe q.b.

Preparazione:

  1. Lasciare le lumache a bagno in acqua per un’ora.
  2. Sciacquarle più volte sotto acqua corrente finché non risultano completamente pulite.
  3. Metterle in una pentola con acqua fredda e lasciarle riposare per 30 minuti.
  4. Portare a ebollizione lentamente, cuocere per circa 15 minuti, poi scolare.
  5. In una padella capiente, preparare un soffritto con olio extravergine d’oliva e aglio tritato.
  6. Aggiungere il prezzemolo tritato e infine le lumache.
  7. Saltare il tutto, salare e pepare a piacere.

Servire ben calde, accompagnate da pane fresco per un’esperienza completa.

Il Festino di Santa Rosalia non è solo una manifestazione religiosa: è una festa dell’identità palermitana, dove ogni dettaglio – dal carro della Santuzza ai babbaluci – racconta una storia di fede, cultura e comunità. Chi visita Palermo in questi giorni scoprirà che il cuore della città batte forte tra le luci, i canti e soprattutto i profumi della sua straordinaria cucina.

Vivere il Festino è un’esperienza da fare almeno una volta nella vita. E se non ci siete mai stati, lasciatevi tentare da un piatto di babbaluci: è il modo più autentico per dire “W Palermo e Santa Rosalia”.

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