Corsa contro il tempo per cercare di salvare il piccolo Ryan, un bimbo di 5 anni caduto martedì scorso in un pozzo profondo 60 metri a Ighran, Marocco. La vicenda riporta alla mente la tragedia di Alfredino, sperando in un esito diverso.
Martedì pomeriggio, il bambino si era allontanato per giocare nei campi, come aveva fatto già molte altre volte. La sera, però, la madre non lo ha visto rientrare e ha dato immediatamente l’allarme. Ryan sembrava esser stato inghiottito dal nulla, finché alcuni addetti ai lavori hanno scoperto che era caduto in un pozzo profondo ben 60 metri.
Le operazioni di soccorso si sono rivelate fin da subito complicatissime: il terreno è roccioso e il pozzo si trova in una zona impervia. Le immagini di una telecamera fatta scendere in profondità (insieme a dell’acqua e ossigeno) mostrano il bambino vivo e ancora in grado di muoversi, ad oltre 40 ore dalla caduta. Un volontario ha provato a calarsi con una fune nel pozzo, ma è rimasto bloccato a causa delle strettoie e ha dovuto rinunciare.
Una vicenda che ci riporta, inevitabilmente, al nome di Alfredo Rampi e ad Angelo Licheri, il volontario che tentò di salvarlo senza purtroppo riuscirci. Era il 10 giugno 1981. Oggi come allora si lotta contro il tempo per riuscire a raggiugere e questa volta a salvare, il piccolo Ryan. Sui social si rincorrono foto e messaggi di solidarietà e speranza, con l’hashtag ‘salvate Rayan‘.
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