Il ministro del Lavoro Orlando ha istituito un Comitato scientifico per la valutazione del Reddito di cittadinanza (Rdc). Servono una “manutenzione e un adattamento”. Quali parte del sussidio vanno incontro a modifiche?
La nascita del Comitato arriva a pochi giorni dalla pubblicazione dei dati preliminari dell’Istat sull’aumento della povertà, che indicano come, nel 2020, il numero delle persone in povertà assoluta abbia raggiunto la cifra record di 5,6 milioni (il 9,4% della popolazione), in aumento di oltre 1 milione rispetto all’anno precedente.
E un adeguamento del reddito di cittadinanza sembra inevitabile, partendo dalla revisione degli “elementi che hanno creato distorsioni oltre a combattere chi non ha titolo per riceverlo”. Le modifiche potrebbero partire da un allargamento della platea ad alcune situazioni attualmente non tutelate. Inoltre, secondo Orlando, una revisione dopo la pandemia è inevitabile. L’allargamento della platea, peraltro, sembra essere stato già considerato dal decreto Sostegno, all’interno del quale dovrebbe essere inserito uno stanziamento aggiuntivo di un miliardo di euro proprio per il reddito di cittadinanza
Secondo quanto riporta una nota del Ministero, il Comitato sarà presieduto dalla professoressa Chiara Saraceno. Gli altri componenti sono:
Parteciperanno ai lavori del Comitato anche un rappresentante di Anpal e di Inapp (Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche).
La bozza del dl Sostegno prevede un miliardo di euro per il Reddito cittadinanza e la proroga per quello di emergenza. Il Governo stima che i beneficiari del Rdc aumenteranno tra il 20% ed il 25%, ovvero altre 500-700mila persone, per effetto della pandemia. Per questo motivo servono più soldi per finanziare il sussidio: un miliardo in più per l’anno in corso.
“Il grave impatto della pandemia è stato contenuto – ha detto il ministro Orlando- sia da misure strutturali di contrasto, quali il Reddito di cittadinanza, sia a quelle realizzate durante l’emergenza”. La platea dei beneficiari “è cresciuta costantemente nei mesi dell’emergenza sanitaria fino a coinvolgere un milione e mezzo di nuclei familiari“. Ad essa “si sono aggiunti i beneficiari del Reddito d’emergenza che ammontano a oltre 300mila nuclei”. Grazie a questi strumenti, ha detto il ministro, “la crisi sanitaria e la conseguente crisi economica non sono diventate ancora crisi sociale”.
L’obiettivo è trasformare il Reddito di cittadinanza da misura puramente assistenzialistica a misura capace di promuovere formazione e occupazione.
Tra gli interventi possibili, il primo potrebbe essere quello di togliere il requisito dei 10 anni per gli immigrati ammettendo chiunque abbia un permesso di soggiorno di lungo periodo. Poi andrebbero ricalibrati i parametri affinché il Rdc non sia penalizzante per le famiglie con più figli.
Possibile poi anche una restrizione dell’ambito del suo rinnovo dopo i 18 mesi per tutti i percettori riconosciuti “occupabili”, senza possibilità di rinnovo, il tempo necessario quindi per trovare un’occupazione. Un altro intervento potrebbe essere l’introduzione di un sistema premiante a favore dei percettori che hanno trovato occupazione. Una delle più insistenti critiche è che RdC in alcuni casi può disincentivare il percettore a cercare occupazione, e condurlo direttamente a richiedere il rinnovo del sussidio alla scadenza dei 18 mesi.
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