Diversamente da quel che si potrebbe pensare, nei due anni di pandemia che hanno portato le persone a vivere molto più chiuse nelle case in tutto il mondo, l’industria dei profilattici si è trovata ad affrontare una grave crisi. In un’intervista pubblicata dal Nikkei Asia, l’amministratore delegato del più grande produttore mondiale di condom, il malaysiano Goh Miah Kiat, ha lamentato che la sua Karex ha registrato un crollo delle vendite del 40 per cento. Karex è un gigante che produce ogni anno 5,5 miliardi di condom e opera in 140 paesi. Fattura più del doppio del suo principale competitor nippo-tailandese. Occupa una fetta di mercato globale del 17 per cento sia con i profilattici commercializzati a marchio proprio, sia con quelli prodotti per altri brand.
Goh – appartenente alla terza generazione della dinastia di proprietari di questo impero del lattice – punta in particolare il dito sul fatto che in diversi paesi del mondo, in particolare quelli meno sviluppati, spesso il sesso è consumato in hotel e motel perché la gente vive in case affollate e la privacy è carente. Il crollo delle notti trascorse nei motel, insomma, avrebbe trascinato giù anche il consumo di profilattici. Inoltre, spiega ancora Goh nell’intervista, diversi governi del mondo che distribuivano i condom gratuitamente per contenere le malattie sessualmente trasmissibli hanno significativamente compresso tali attività.
“Per esempio – ha spiegato Goh – nel Regno unito il Servizio nazionale di sanità (NHS) ha chiuso molte cliniche non essenziali a causa del Covid, e quelle di benessere sessuale che distribuivano i condom sono tra quelle chiuse”. Per questo motivo, Karex ha dovuto registrare per l’anno fiscale 2020 – concluso a giugno – perdite per alcune centinaia di migliaia di euro. A salvare la situazione in realtà è stato il fatto che la compagnia ha puntato sul settore non condom, come alcuni lubrificanti personali e prodotti medicali in lattice.
Il gruppo ha anche preparato due linee di produzione di guanti in lattice per 500 milioni di pezzi annui, in uno sforzo di allargamento del business che dovrebbe portarlo presto ad avere 10 impianti per 2,5 miliardi di pezzi annui. Adesso però la compagnia è speranzosa che la graduale uscita dalle restrizioni Covid porti a una ripresa del settore condom, in un recupero che già si vede nei paesi più avanzati.
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