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Coronavirus, la Sicilia resta l’unica regione “rossa” fino al 31 gennaio

La Sicilia, a partire da domenica 24 gennaio e fino al 31 gennaio, sarà l’unica regione “rossa” insieme alla provincia autonoma di Bolzano. Lo prevedono la bozze delle due nuove ordinanze che il Ministro della Salute, Roberto Speranza, è pronto a firmare sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia. E se la Regione Sardegna passa da regione gialla ad arancione, la Regione Lombardia, in seguito alla relazione tecnica dell’Iss, passa da area rossa ad area arancione.

“Nessuna richiesta di rettifica, ma un necessario aggiornamento di un ‘campo del tracciato’, tracciato che quotidianamente viene inviato all’Istituto Superiore di Sanità”, scrive in una nota Regione Lombardia. “Azione, condivisa con l’Istituto Superiore di Sanità – prosegue la nota – resasi necessaria a fronte di un’anomalia dell’algoritmo utilizzato dall’Iss per l’estrazione dei dati per il calcolo dell’Rt, segnalata dagli uffici dell’assessorato al Welfare della Regione e condivisa con Roma”.

Coronavirus, la Sicilia è rossa: scoppia il caso Lombardia

Secondo quanto emerge, infatti, la Lombardia la settimana scorsa era stata classificata come regione rossa a seguito di un ‘errore’ nel calcolo dell’Rt. “Abbiamo sempre fornito informazioni corrette, puntuali e precise, a Roma devono smetterla di calunniare la Lombardia”, attacca il presidente Attilio Fontana. Ma dal ministero e dall’Istituto superiore di Sanità replicano: “È stata la Regione ad inviare i dati che la collocano in zona rossa e che poi lei stessa ha rettificato, cambiando il numero dei soggetti sintomatici notificati”.

Il dato al centro della contesa riguarda l’Rt ed è quello del monitoraggio relativo alla settimana dal 4 al 10 gennaio, aggiornato al 13, quindi 48 ore prima della riunione della cabina di regia che ha decretato la zona rossa. Nel documento si riporta che “due Regioni e province autonome (Bolzano e Lombardia) hanno un Rt puntuale maggiore di 1,25 anche nel limite inferiore, compatibile quindi con uno scenario di tipo 3“. La Lombardia, in particolare, aveva un Rt 1.4 – con un valore inferiore di 1.38 e un valore massimo di 1.43 – e una classificazione complessiva del rischio alta.

Gli errori nei dati

Secondo la Lombardia, però, quel numero è frutto di una “sovrastima da parte dell’Istituto superiore di Sanità” dovuta ad un errore di valutazione: i tecnici della Cabina di regia non avrebbero tenuto conto della circolare del 12 ottobre firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza con la quale si è stabilito che per dichiarare guarito un paziente basta un solo tampone molecolare e non più due. E non avrebbero tenuto conto della “distonia” tra il dato relativo all’Rt e tutti gli altri indicatori, evidenziata già venerdì scorso dalla Regione.

Il ministero della Salute e lo stesso Iss fanno però notare che quegli stessi dati, una volta analizzati dalla cabina di regia, sono stati “ripetutamente validati dalla stessa Regione”. Ed è stata sempre la Lombardia a rettificarli: “Un errore come questo – dice il vice ministro dello Sviluppo Economico Stefano Buffagni – è costato caro alle nostre partite Iva, ai nostri negozianti e ai nostri professionisti”. In giallo rimangono solo Basilicata, Campania, Molise, Toscana e provincia di Trento.

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