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Dietro l’antico rito delle “Vampate” di San Giuseppe si nasconde la Palermo peggiore?

Anno nuovo, stessa storia. Iniziano le segnalazioni delle cosiddette vampe di San Giuseppe, a Palermo. Cataste di legname e materiale infiammabile che vengono ammassate in diverse zone del capoluogo siciliano in corrispondenza della festività del 19 marzo. Tante le segnalazioni di residenti e consiglieri di circoscrizione preoccupati dalla formazione di queste enormi pile di rifiuti. Rap è già intervenuta per eliminare un cumulo di ingombranti in legno addirittura all’interno del parco Libero Grassi, area verde che non ha mai aperto al pubblico ma che è oggetto di fenomeni di abbandoni di rifiuti, con casi che hanno riguardato perfino auto rubate, serrate e lasciate sul posto.

Le “Vampate” di San Giuseppe derivano da un’antica tradizione popolare, a cavallo tra il sacro e il pagano, particolarmente sentita in Sicilia. L’origine della vampa di San Giuseppe è da far risalire agli antichi culti pagani praticati soprattutto in ambito agricolo e pastorale, tradizione che poi, nel tempo, ha finito per assumere, come per tantissimi altri gesti, un nuovo significato in funzione del culto cristiano.

Da sempre, il fuoco rappresenta un rito di purificazione usato nel mondo agricolo-contadino, il fuoco che brucia simboleggia il passaggio dall’inverno alla primavera, dalla morte alla vita, un auspicio di prosperità e fertilità. Con l’avvento del cristianesimo, questo rito ha assunto un carattere di omaggio, verso San Giuseppe, la cui festa religiosa si celebra per l’appunto il 19 di marzo.

Cumulo di ingombranti sulla spiaggia dell’Arenella

Vampa San Giuseppe Arenella, Palermo

Un fenomeno, quello delle vampe di San Giuseppe, legato ad una tradizione vestigale del capoluogo siciliano che si ripropone, ogni anno, senza alcuna regola e in territorio che diventano aree di roghi, fumi tossici ed annessi fenomeni di vandalismo. Uno scenario insopportabile che, come dimostrano i fatti dello scorso anno, mette a rischio l’incolumità di cose ma anche e soprattutto delle persone. Non fa eccezione l’area dell’Arenella, in piena settima circoscrizione. Qui ignoti, nei giorni scorsi, hanno ammassato un grosso quantitativo di ingombranti, in particolare legno, sulla spiaggia del quartiere. Rifiuti disposti nella classica forma della vampa, evidentemente predisposta per i prossimi giorni.

Bisogna avere la consapevolezza che alcune pratiche non sono più sostenibile, non c’è solo legno. C’è pellet, anche blocchi di plastica. Una volta accesa questa pila di materiale ingombranti, con il vento rischia di alzarsi una nube di fumo tossico, con annessa area nociva. Oltretutto, questo ammasso di spazzatura è stato lasciato sulla spiaggia. Il rischio è quello di inquinare non solo l’aria, ma anche il mare. Non possiamo accettare ancora nel 2023 di sopportare fenomeni simili.

Le “Vampate” di San Giuseppe ai nostri giorni

Nonostante la sua antichità, questo rito rappresenta ancora oggi un anacronismo culturale e sociale che dovrebbe essere superato. In primo luogo, l’impatto ambientale dei falò può essere significativo, soprattutto in termini di inquinamento atmosferico. L’utilizzo di grandi quantità di legno e altri materiali per la creazione dei falò può contribuire alla già grave situazione di inquinamento dell’aria a Palermo.

In secondo luogo, il rito delle Vampate di San Giuseppe è ancora legato a credenze superstiziose senza fondamento scientifico. Sebbene le motivazioni originarie del rito siano incerte, la credenza comune è che i falò possano portare fortuna e salute. Tuttavia, non esiste alcuna evidenza scientifica per sostenere queste credenze, che possono contribuire alla diffusione di idee irrazionali nella società.

Il rito delle Vampate di San Giuseppe è ancora una celebrazione patriarcale, in cui gli uomini hanno ancora un ruolo predominante rispetto alle donne. Nonostante le donne siano tradizionalmente coinvolte nella preparazione del materiale da bruciare per i falò, esse sono spesso escluse o relegate a ruoli secondari nella celebrazione pubblica del rito.

In sintesi, il rito delle Vampate di San Giuseppe a Palermo rappresenta un anacronismo culturale e sociale che dovrebbe essere superato. Questa pratica rappresenta una superstizione senza fondamento scientifico e contribuisce all’inquinamento dell’aria e alla diffusione di idee irrazionali. Inoltre, il rito delle Vampate di San Giuseppe è una celebrazione patriarcale che esclude le donne e perpetua stereotipi e pregiudizi di genere. È importante che la società palermitana si interroghi su queste pratiche e cerchi di superare le tradizioni arcaiche per costruire una cultura più moderna, razionale ed equa.


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