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Discute la tesi mentre è ricoverata, Giulia e il suo 110 e lode: “Studiare mi ha aiutata”

Una discussione di tesi in corsia. È questo quello che è capitato a Giulia R., 25 anni di Monza, che nei giorni scorsi ha discusso la sua trattazione per la laurea magistrale in Biologia ed Ecologia Marina direttamente dalle corsie del Policlinico di Monza. Il ricovero di Giulia risale a fine maggio. La data della discussione della tesi, naturalmente, era già stata fissata da tempo ma, per fortuna, la pandemia le ha permesso di discuterla ugualmente a distanza.

“È stata un’esperienza particolare – racconta Giulia a MonzaToday -. La mattina la caposala mi ha messo a disposizione uno studio. Mia mamma mi ha aiutato a prepararmi”. Una bella camicetta colorata, capelli lasciati sciolti e soprattutto un grande sorriso era i tratti di Giulia in quel giorno speciale. Sotto, come ormai avviene per molti in modalità di smart working, invece indossava pigiama e ciabatte. Fuori dallo studio erano presenti dei cartelli ad avvisare di fare silenzio per Giulia, ormai amata da tutto il reparto, che stava discutendo la sua tesi.


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Discute la tesi mentre è ricoverata in ospedale, Giulia e il suo 110 e lode

Finita la discussione, è partita la festa: tra i sanitari gioiosi e amici e parenti orgogliosi. Non sono mancati corona d’alloro e confetti rossi per tutti. E per ogni infermiere una foglia di quella corona a ricordo di un giorno indimenticabile. Non solo per Giulia. “È stata un’esperienza particolare – prosegue -. Gli infermieri e i medici sono stati straordinari. Durante tutta la degenza sono riusciti a farmi sorridere e a infondermi la forza per guarire”.

Per raggiungere l’obiettivo sono stati necessari impegno e sacrificio, anche in corsia. “In realtà essendo una laurea magistrale in parte ero già preparata alle emozioni del giorno della discussione – continua -. L’ansia l’ho un po’ messa da parte dovendomi concentrare soprattutto sulla ripresa fisica. Ma ogni giorno mi dedicavo per qualche ora allo studio”.


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”