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Ancora una volta, l’Italia resta il fanalino di coda dell’Europa per numero di giovani laureati. Secondo l’ultima stima effettuata dall’Eurostat, infatti, solo il 29% dei cittadini italiani, tra i 25 e i 34 anni, possiede un diploma di laurea. Peggio di noi solo la Romania, ferma al 25%.

La media dei laureati in Italia

Il 29% contro una media europea del 40,5%. È questo la realtà italiana sul fronte dei laureati. Stando ai dati attuali, l’Italia è ancora ben distante dall’obiettivo che l’Unione Europea ha deciso di prefissare per il 2030: portare al 45% la percentuale dei giovani che ha completato l’istruzione universitaria.

Un problema antico

Da premettere che il nostro è un ritardo che trova radici nel passato. Già dieci anni fa, la vicina Francia contava il doppio dei nostri laureati. E mentre adesso i giovani laureati francesi sfiorano la percentuale del 50%, noi progrediamo ancora troppo lentamente, non riuscendo a reggere il confronto con gli altri Paesi dell’Unione. Peggio di noi, solo la Romania, che ha addirittura peggiorato il suo trend tornando alla quota del 24,9%.


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Come migliorare?

Per diminuire questo divario, è necessario procedere su due fronti inevitabilmente legati tra loro. Da un lato, bisognerebbe ampliare l’offerta formativa dei vari Atenei, assicurando sostengo alle famiglie che non hanno i mezzi sufficienti per far studiare i propri figli. Dall’altro, rafforzare il legame tra la formazione universitaria e il mondo del lavoro, agevolando e favorendo così lo sviluppo delle competenze tecniche di tutti gli studenti.

I laureati in Europa: la classifica

Secondo la classifica stilata dall’Eurostat, in cima troviamo il Lussemburgo, con il 61% dei giovani laureati. Subito dopo, Irlanda e Cipro, con il 58%, che assieme a Belgio, Danimarca, Spagna, Francia, Slovenia e Svezia compongono il gruppo di stati che ha già raggiunto l’obiettivo definito da Bruxelles. In quest’ultimi, infatti, nel 2020 il 41% della popolazione complessiva di età compresa tra 25 e 34 anni aveva completato l’istruzione universitaria.

Divario tra donne e uomini

La percentuale, inoltre, sale fino al 46% tra le donne mentre si ferma al 35% tra gli uomini. Un divario di genere, osserva Eurostat, che continua ad aumentare nel tempo: da 9,4 punti percentuali registrati nel 2011 a 10,8 nel 2020.

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A proposito dell'autore

Laureata in Giurisprudenza a Palermo con una tesi di diritto penale, non ho mai abbandonato la mia passione per la scrittura. Curiosa ed ambiziosa, cerco di rinnovarmi continuamente.

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