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Floyd, mano dolce del giudice: all’agente Chauvin 22 anni e mezzo di carcere

Solo 22 anni e mezzo di carcere per Derek Chauvin, l’agente che ha ucciso George Floyd. È una sentenza che piace a pochi e che lascia nello sgomento la famiglia e i legali di Floyd che avevano chiesto la massima pena, ovvero 30 anni di carcere.

Gli avvocati di Chauvin, dal canto loro, avevano chiesto una sentenza leggera “basata sulla legge”. Il giudice Peter Cahill prima di pronunciarsi ha chiarito di aver deciso “non sulla scia delle emozioni e della simpatia ma sui fatti. La mia decisione è accompagnata a un memorandum di 22 pagine che la spiega e non vuole essere un messaggio a nessuno”, ha aggiunto. Chauvin, presente in aula dopo due mesi trascorsi in cella di isolamento, ha preso brevemente la parola e si è rivolto alla famiglia di Floyd, presentando le sue condoglianze con la voce tremante e palesemente scosso.


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La madre di Chauvin, Carolyn Pawlenty, aveva dichiarato: “Lo hanno descritto come aggressivo, incurante e razzista. Ma voglio dirvi che non è così: è una brava persona. Derek ho sempre creduto alla tua innocenza. Sei il mio figlio preferito”. A rivolgersi al giudice Cahill è stata anche la famiglia di Floyd, a partire dalla figlia di sette anni Gianna, collegata via video. A chi le chiedeva cosa direbbe al padre, la bimba ha risposto: “Gli direi che mi manca e che gli voglio bene”.

“Non cerchiamo vendetta, guardiamo solo alla gravità di quanto accaduto”, aveva detto il procuratore del Minnesota, Keith Ellison, prima della sentenza. “Non sono a conoscenza di tutte le circostanze che sono state considerate ma” la sentenza “sembra appropriata”, il commento del presidente Joe Biden.

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