Dopo tanti giorni di ricerche è arrivata l’amara verità. Il corpo di Francesco Pantaleo, universitario siciliano che studiava in Toscana, è stata ritrovato nelle campagne del Pisano. Inizialmente le forze dell’ordine ritenevano che quel corpo carbonizzato fosse di una persona di origine africana. Poi la verifica ha riferito la coincidenza col codice genetico di Francesco Pantaleo.
Pochi giorni prima della morte, Francesco aveva raccontato ai suoi genitori di essere prossimo alla laurea in Ingegneria Informatica. Erano passati 4 anni dal trasferimento del giovane da Marsala a Pisa. In realtà il padre e la madre, in seguito, hanno scoperto che il figlio ancora doveva sostenere un paio di esami prima della corona d’alloro.
Dietro al corpo carbonizzato del 20enne di Marsala non si esclude nessuna pista: né il suicidio, né l’omicidio. Per la tesi del suicidio incombe con un peso notevole il racconto da parte del giovane di una possibile laurea che tra pochi giorni si sarebbe dovuta celebrare.
Il ritrovamento del corpo però ha instillato il dubbio dell’omicidio. Nella campagna pisana, luogo già sconosciuto dagli abitanti, mancano non soltanto i suoi documenti, rinvenuti nell’abitazione, ma anche tutti quelli che sono gli strumenti necessari ad appiccare il fuoco. Accendini, taniche di benzina e liquidi infiammabili. A dire di più saranno le scienze forensi e le telecamere, anche se poco presenti nella zona rurale.
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