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Giuliano Amato, intervista shock su Repubblica: “Un missile francese colpì il Dc9 a Ustica”

L’ex premier Giuliano Amato ha dichiarato in un’intervista a Repubblica che il Dc9 dell’Itavia, precipitato vicino a Ustica il 27 giugno 1980, è stato abbattuto da un missile francese.

Giuliano Amato – Fonte:Redazione web

Dopo quarant’anni le vittime innocenti di Ustica non hanno avuto giustizia. Perché continuare a nascondere la verità? È arrivato il momento di gettare luce su un terribile segreto di Stato. Potrebbe farlo Macron. E potrebbe farlo la Nato. Chi sa ora parli: avrebbe grandi meriti verso le famiglie delle vittime e verso la Storia”, queste le parole di Amato in un’intervista, dove sostiene che “la versione più credibile è quella della responsabilità dell’aeronautica francese, con la complicità degli americani. Si voleva fare la pelle a Gheddafi, in volo su un Mig della sua aviazione. Il piano prevedeva di simulare una esercitazione della Nato, una messa in scena che avrebbe permesso di spacciare l’attentato come incidente involontario”.

“Le affermazioni di Giuliano Amato sulla strage di Ustica aprono, dopo quarant’anni, scenari veramente inquietanti che impongono il giusto riconoscimento di quegli organi dello Stato che fin dall’inizio cercarono di ricostruire la verità dell’accaduto e le relative responsabilità. Tra questi mi pare doveroso ricordare Paolo Borsellino, a capo della Procura della Repubblica di Marsala”. Il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Fabio Pinelli, ha annunciato quanto segue: “condividerò con l’intero Consiglio Superiore di valutare l’opportunità di avanzare alla Procura della Repubblica di Marsala la richiesta di rendere accessibili tutti gli atti del procedimento di potenziale interesse di quell’inchiesta”. E continua il vicepresidente dicendo: “Borsellino portò avanti, con la consueta e riconosciuta capacità professionale e rettitudine morale, una delicatissima attività di indagine scontrandosi sovente con reticenze e depistaggi. Basti ricordare la vicenda sul radar di Marsala, come ricostruito meritevolmente dal compianto giornalista Andrea Purgatori”. Conclude Pinelli dicendo: “Per tali ragioni, condividerò con l’intero Consiglio Superiore di valutare l’opportunità di avanzare alla Procura della Repubblica di Marsala la richiesta di rendere accessibili tutti gli atti del procedimento di potenziale interesse di quell’inchiesta, nonché il compendio documentale delle iniziative portate avanti dal dottor Borsellino all’epoca. Tutto ciò, non solo per dare memoria ancora una volta dello straordinario contributo nell’interesse dello Stato da parte di Paolo Borsellino, ma anche per un dovere di carattere morale nei confronti dei familiari delle vittime, di vedere finalmente riconosciuto il diritto alla ricostruzione – per quanto possibile – della verità storica della tragedia di Ustica”.

Gheddafi era stato avvertito, la replica di Bobo Craxi

“Gheddafi – continua l’ex Presidente Giuliano Amato- fu avvertito del pericolo e non salì sul suo aereo. E il missile sganciato contro il Mig finì per colpire il Dc9. L’ipotesi più accreditata è che quel missile sia stato lanciato da un caccia francese”. Contina affermando quanto segue: “Da principio i militari si erano chiusi in un silenzio blindato, ostacolando le indagini. E quando da sottosegretario ebbi un ruolo in questa vicenda, nel 1986, cominciai a ricevere le visite dei generali che mi volevano convincere della tesi della bomba. Capivo che c’era una verità che andava schermata. E la nostra aeronautica era schierata in difesa della menzogna”.

“Avrei saputo più tardi, ma senza averne prova che era stato Craxi ad avvertire Gheddafi. Non aveva interesse che venisse fuori: sarebbe stato incolpato di infedeltà alla Nato e di spionaggio… – Continua Amato- Non era del tutto irragionevole che i generali, per tenere al sicuro il segreto, si guardassero bene dal condividerlo con i politici”

Prosegue affermando che da parte sua la politica: “non aveva convenienza a sapere fino in fondo. In ogni modo la verità risultava scomoda. Ed era meglio lasciarla sepolta”.

Amato sostiene che tra l’adesione alla Costituzione e l’adesione alla NATO, è stata data priorità alla seconda opzione. Afferma che un gruppo di figure militari ha costantemente nascosto la verità e che queste persone hanno preservato il segreto per motivi di interesse nazionale. Anche se non giustifica queste azioni, comprende le ragioni che hanno portato all’occultamento della verità, sebbene ritenga difficile comprenderle 40 anni dopo. Si chiede perché il presidente Macron, che non ha alcun legame anagrafico con la tragedia, non voglia smentire l’accusa dimostrando che è infondata o chiedendo scusa a nome del governo francese all’Italia e alle famiglie delle vittime.

“È già documentato nei libri di Storia che mio padre informò Gheddafi del rischio di un bombardamento, ma questo avvenne nel 1986”: così Bobo Craxi ha evidenziato su Twitter in risposta alle dichiarazioni dell’ex premier Giuliano Amato riguardo alla tragedia di Ustica del 1980. Secondo Amato, fu Bettino Craxi a mettere in guardia Gheddafi sul pericolo di essere colpito da un bombardamento se avesse preso l’aereo, e il missile sganciato finì colpendo il DC9, causando la morte di 81 persone.

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