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Hotel Patria, Alberto Firenze: “Restituire l’immobile agli studenti”

«Faccio appello all’Università degli Studi di Palermo che è proprietaria dell’immobile, allo Iacp che è l’ente che si occupa della gestione dei lavori, ma anche al Comune di Palermo e alla Regione Siciliana (anche alla Soprintendenza ai beni culturali), affinché nell’ambito dei propri poteri – anche attraverso una rapida conferenza di servizio – possano deliberare tutte le iniziative utili a sbloccare i lavori dell’Hotel Patria. Una vicenda che definire kafkiana è riduttivo, se si pensa che dal 1995 sono state avviate le procedure per destinare l’immobile a casa dello studente con cento posti letto, ma che appare come la tela di Penelope poiché l’Università di Palermo non si riesce a pronunciare mai la parola fine sui lavori a causa di plurimi contenziosi con alcuni inquilini e fra le ditte aggiudicatarie degli appalti gestiti dallo IACP; il risultato finale è che – in questi decenni – l’Hotel Patria è stato, di fatto, rubato agli studenti e alla città considerato che il suo utilizzo avrebbe potuto contribuire anche a risanare e rilanciare una porzione di tessuto urbano del centro storico».

A parlare è Alberto Firenze, presidente dell’Ersu Palermo, intervenuto oggi presso l’Hotel Patria, in via Alloro a Palermo, durante un incontro convocato con la stampa.

La struttura nel 1995 fu inserita in una convenzione tra l’Università degli studi di Palermo, la IACP e l’allora Opera universitaria, oggi ERSU, per il recupero di alcuni immobili (Ex Hotel de France, Hotel Patria ed ex conservatori Santissima Annunziata) utilizzando i fondi denominati Universiade estive del 97.

Nel marzo 2008 l’Ersu prese in consegna dall’Università – provvisoriamente – l’immobile in attesa dei collaudi tecnico amministrativi e delle opere che ne consentissero l’abitazione e l’utilizzo come residenza universitaria. Opere e collaudi non pervenuti ancora oggi a causa di alcuni contenziosi dell’Università con alcuni privati che hanno usucapito alcune porzioni della proprietà universitaria rallentandone e ostacolandone il percorso. Così come per la definizione della scala antincendio i cui lavori erano iniziati a dicembre 2015 ma che, tuttora, sono bloccati in seguito a un ricorso esperito dalla ditta arrivata seconda nella gara.

«Gli studenti universitari – ha concluso Alberto Firenze – hanno tutto il diritto di potere utilizzare questa struttura, per questo chiedo di fare presto e di dare una svolta alla situazione. Quello di oggi è un grido di aiuto, un help me, lanciato anche a nome degli studenti universitari che vivono questa vicenda come una violazione del loro diritto allo studio».

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