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Il business delle fotocopie: “È lecito riprodurre solo il 15% di un manuale”

Il nuovo anno universitario è alle porte e con esso tornano più vive che mai anche le ingenti spese che giovani studenti e famiglie sono costretti ad affrontare. Tra tasse, affitti e bollette per chi è fuorisede non può mancare ovviamente la spesa per i libri. I testi, utilizzati di solito per un solo semestre e poi riposti sugli scaffali, spesso costano caro e capita di dover necessariamente acquistare l’ultima versione anche se solo per poche modifiche.

Le disponibilità economiche sono limitate e in media un testo universitario costa sui 45-50 euro. Questo vuol dire che, a semestre, uno studente si ritrova a dover spendere sui 200-250. Cifra approssimativa che può variare di sessione in sessione. Per ogni materia, infatti, un libro è a volte insufficiente.

E così ecco pesare sulle tasche dei giovani due o addirittura tre volumi. E così i ragazzi reagiscono a suon di fotocopie incrementando il business delle copisterie che sembrano spuntare come funghi nei pressi delle facoltà.

Legalmente, però, è consentito fotocopiare solo il 15 per cento di un manuale. A tal fine, è previsto che i responsabili dei centri di riproduzione, che detengono apparecchi per fotocopie devono corrispondere agli autori ed editori, attraverso la Siae, un importo, calcolato in misura forfetaria.

Ma non sempre le regole vengono rispettate. E così, se scoperte, le truffe in nome del diritto d’autore prevedono diverse sanzioni penali ed amministrative. Sospensione dell’attività da sei mesi ad un anno e multe salate da 1.032,00 a 5.164,00 euro sono le principali sanzioni.

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4 Risposte

  1. antonino

    Leggo spesso che il problema degli studenti che si scrivono all’università e l’acquisto dei libri, costano tanto, bla,bla,bla. Pero e pur vero che oggi i ragazzi devono uscire tutte le sere, spendendo in media 10€ a sera che incide circa € 300,00 , si comprare quasi due cellulare nell’arco dell’anno,per essere sempre all’avanguardia con nuove applicazione.
    Non voglio aggiungere altro, la lista è lunga.

  2. Martina

    E’ il business dei professori che sono, spesso, gli autori dei testi indicati nei programmi… ne vogliamo parlare?

  3. Midori

    Quando anni or sono andai in segreteria a chiedere se ci fossero dei sussidi per l’acquisto dei libri, mi guardarono come se fossi un alieno!
    Ma che senso ha garantire delle borse di studio e proclamare il diritto allo studio, quando poi non si prendono dei provvedimenti anche su questo fronte?
    I diritti d’autore sono sacrosanti, ma che cosa deve fare uno studente che non ha le possibilità economiche di comprarsi decine e decine di libri a prezzo intero??
    Non credo che gli studenti lo facciano per puro piacere di infrangere le leggi!
    Certi “fenomeni” vanno compresi… e non solo perseguiti a oltranza!

  4. vale

    ma se ci sono i tipi delle copisterie che VENDONO ILLEGALMENTE DA SEMPRE i libri fotocopiati e nessuno dice nulla…..ma smettetela, siete tutti coinvolti……il solo sapere e non denunciare significa essere coinvolti…..perchè infondo, diciamolo, i libri fotocopiati a 5 euro fanno comodo anche a voi!!!!!!!!!!!!!!!
    CHE SCHIFO…..L’ITALIA NON CAMBIERà MAI