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Il nepotismo dilaga nelle università italiane

Il nepotismo, ovvero il malcostume di far assumere amici e parenti, dilaga negli atenei italiani. A dirlo è una ricerca condotta da Stefano Allesina e pubblicata su Plus One, sulla base di un database creato dal Ministero dell’Istruzione (Cineca), e contenente nomi e cognomi di oltre 61.342 professori universitari.

Sulla base, infatti, di uno studio approfondito condotto in 28 microlettori, Allesina ha confrontato la frequenza di cognomi uguali all’interno di ogni area. Si tratta però, occorre precisare, di una ricerca in parte limitata in quanto non era possibile prendere in considerazione né parenti alla lontana, né amanti, amici e “figli di mamma”.

Ai primi posti nella classifica delle più avvezze alla pratica del nepotismo di sarebbero Ingegneria industriale, Legge e Medicina. A seguire Geografia, Pedagogia, Agricoltura, Ingegneria civile, Matematica e Chimica. Quelle meno aperte alla possibilità di raccomandare amici e parenti sarebbero invece Demografia ed etnologia, Linguistica, Psicologia, Orientalistica del Vicino Oriente e Archeologia.

Altro dato che si evince dalla ricerca di Allesina è poi che il nepotismo è più diffuso al Sud. «Sebbene la presenza del nepotismo nell’accademia italiana non sia affatto una sorpresa – spiega Allesina – l’entità della sua diffusione, messa in luce dal questa analisi, va ben oltre le aspettative».

Ecco allora una possibile soluzione: «Alcune delle trappole legislative che hanno portato a questa situazione sono: il fatto che troppi incarichi siano a tempo indeterminato, l’eccessiva frammentazione degli insegnamenti e la presenza di microsettori, facilmente “colonizzabili” da pochi docenti, e la totale assenza di incentivi per i professori che assumono in base al merito, e di conseguenze per chi, invece, manda avanti parenti e conoscenti».

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A proposito dell'autore

Younipa è l'autore generico utilizzato per le comunicazioni di servizio, i post generici e la moderazione dei commenti.

1 risposta

  1. Vanessa

    Ovviamente Questo non vale per l universita di Palermo. Tutto e’ basato solo ed esclusivamente sul meritooo!!!Forseeeeee