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“Il rider deve essere assunto a tempo determinato”, storica sentenza a Palermo

Palermo. Per la prima volta arriva una sentenza che fa storia in Italia. Glovo, una delle aziende principali nel settore delle consegne di pasti, dovrà riammettere il proprio rider. Il lavoratore di 49 anni Natale Tuttolomondo era stato licenziato solo perché richiedeva maggiori diritti. Da anni le ragazze e i ragazzi, che sfrecciano veloci come il vento per raggiungere la meta destinata, sono pagati con una paga non allineata ai salari minimi e vengono assunti senza un vero contratto di lavoro. Infatti per i rider non esistono orari, ma esistono consegne. Più consegni, più guadagni.

Il lavoratore protagonista della sentenza era stato “disconnesso” dall’app che affidava le consegne con un semplice click. Questo perchè era diventato un sindacalista molto attivo, avvicinandosi alla Nidil Cgil e rilasciando dichiarazioni alla stampa locale. Ha presentato un ricorso al Tribunale di Palermo. Ora la sentenza va oltre a quanto già conquistato all’inizio del 2020 con la pronuncia della Cassazione che riconosceva le tutele ma non la subordinazione del lavoro.

Le parole di Landini

“Per tanti di noi, anche per me, per la mia storia, per la mia esperienza, la parola sinistra, era la parola che tu potevi associare alla speranza di cambiamento. Ma se oggi prendiamo un giovane precario che era precario quando c’era il governo di centro-destra, poi era precario con il governo di centro-sinistra, poi è rimasto precario con il governo giallo-verde ed è ancora precario con il governo giallorosso, quale diversità dovrebbe vedere tra destra e sinistra se la politica cambia e lui rimane sempre precario. Come può pensare che la sinistra sia lo strumento per cambiare la propria condizione”. Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, è fiero dell’obiettivo raggiunto. A poco a poco i rider stanno ottenendo i diritti che gli spettano.


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”