La Sicilia si prepara ad una parziale riapertura a partire dal 4 maggio e il presidente della Regione Siciliana, che ha firmato l’ultima ordinanza lo scorso 30 aprile, torna a ribadire che l’Isola resta chiusa, per quanto concerne gli spostamenti, a nuovi eventuali arrivi.
“Un nuovo esodo dopo il 4 maggio? Non li faccio entrare, come ho fatto in queste cinque settimane. Chi vuole venire in Sicilia sa che deve rimandare di qualche settimana. Attualmente non può entrare e non potrà entrare, questa la proposta che faremo al governo”. “Chiediamo di restare chiusi e blindati”, ha aggiunto. “Se potessi farei entrare in milioni, specie i turisti. La Sicilia è terra di accoglienza”, ha aggiunto, “credo che maggio debba servire a monitorare la situazione, speriamo di arrivare a contagio zero. Io ritengo che la blindatura debba restare per tutto il mese di maggio anche se alcuni accessi sono consentiti. Dopo maggio, se il dato epidemiologico, ce lo consentirà noi riapriremo”.
Alcuni studenti o lavoratori, bloccati al Nord da Lockdown, chiedono di ritornare dalle famiglie da cui sono lontani da settimane. Una studentessa fa sapere che, e in questi giorni «le ha provate tutte», «si sente presa in giro» e parla di una situazione «drammatica». «Dopo la conferenza di Conte ho comprato un volo Pisa-Catania, operato da Ryanair. Poi però è stato cancellato senza motivo».
«Sul sito Alitalia – continua – puoi prenotare da Pisa o Firenze solo a partire da giugno, Easyjet scomparso, Trenitalia non le dà tratte Pisa-Catania fino a giugno». Ha anche provato «vari incroci di treni, autobus e aerei ma fino al 17 maggio non c’è modo di rientrare». «Nessuno ha speso una parola per i fuorisede, il nostro diritto a rientrare a casa è considerato un capriccio», tuona. In Sicilia si può rientrare «solo a nuoto o a piedi. Non ci sono voli e non ci sono treni», ironizza.
Non sono un “mammone”, chiedo un rientro organizzato al Sud. Non una fuga, ma la possibilità di tornare a casa per risparmiare su affitto, bollette e spesa». A parlare è Francesco La Spina, 23 anni, siciliano, originario di Caltagirone, ma da cinque anni a Torino per studiare alla scuola di economia e management. L’ennesimo fuorisede, l’ennesimo giovane che lascia la sua terra per trasferirsi altrove. Ora Francesco si trova nel suo appartamento, costretto a stare a casa – così come prevedono i decreti per contenere la diffusione del Coronavirus in Italia – senza poter andare all’università e soprattutto senza poter lavorare.
Critici contro questa presa di posizione, i deputati regionali Nello Dipasquale e Michele Catanzaro del Partito Democratico. QUI le loro dichiarazioni e la raccolte firme lanciata.
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