Oggi, 3 agosto, inizia il cosiddetto “Semestre bianco”, ovvero gli ultimi sei mesi del mandato del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che si insediò al Quirinale il 3 febbraio 2015.
Durante questi sei mesi, Mattarella non potrà esercitare una delle sue prerogative fondamentali: sciogliere le Camere del Parlamento e indire nuove elezioni politiche. Per questo motivo, in prossimità del Semestre bianco, emergono spesso scenari di possibili crisi di governo, che i partiti potrebbero innescare senza il timore di affrontare nuove elezioni.
La norma che disciplina il Semestre bianco è contenuta nell’articolo 88 della Costituzione. Il secondo comma cita testualmente: “Non può esercitare tale facoltà negli ultimi sei mesi del suo mandato, salvo che essi coincidano in tutto o in parte con gli ultimi sei mesi della legislatura”.
Insomma, il Semestre bianco è una sorta di precauzione per evitare che un Presidente autoritario possa abusare del suo potere. La norma, infatti, fu introdotta per evitare che il capo dello Stato possa decidere di sciogliere le Camere a ridosso della fine del suo mandato con l’obiettivo di eleggerne altre più vicine a lui e favorire così la scelta di un Presidente che esprima una continuità col proprio mandato (o una sua rielezione).
Ad introdurre il semestre bianco fu il deputato comunista Renzo Laconi. Nell’ottobre del 1947, Laconi illustrò la proposta dicendo che: “Se domani il Presidente della Repubblica, allo scadere del suo mandato, si trovasse con due Camere le quali in modo evidente non gli fossero favorevoli, potrebbe scioglierle al fine di prorogare i suoi poteri”. Concluse poi il suo intervento dicendo: “Siccome una tradizione democratica in Italia non vi è ancora, penso che non sia male di stabilire delle clausole a questo riguardo”.
In sostanza, le varie formazioni politiche che sostengono l’esecutivo potrebbero metter su un gioco di veti incrociati, lanciare minacce velate con la certezza che le Camere non potranno essere sciolte. Senza il timore di nuove consultazioni politiche a livello nazionale, i partiti potranno così sentirsi liberi di comporre nuove maggioranze a loro piacimento o di mettere a Palazzo Chigi un nuove premier.
Tuttavia, il Semestre bianco non significa un ridimensionamento di tutti poteri del Capo dello Stato. Questi, infatti, resta in grado di supervisionare i lavori parlamentari. Può, infatti, rinviare alle Camere i provvedimenti, senza promulgarli, almeno in un primo passaggio, e ancora, può inviare messaggi al Parlamento, arrivare alle dimissioni anticipate per rompere situazioni di paralisi istituzionale. Insomma, un semestre bianco ma non troppo.
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