9 Luglio 2025

Maturità 2025: quanto conta davvero il voto del diploma? Tutte le risposte per università, concorsi e lavoro

Se ti sei chiesto se un 60 o un 100 alla maturità fa davvero la differenza, ecco quanto incide il voto del diploma per accedere all’università, ai concorsi pubblici e nel mondo del lavoro.

Esame maturità
Esame maturità – fonte:Archivio interno

Con l’Esame di Stato 2025 ormai alle porte, migliaia di studenti si preparano ad affrontare le prove scritte e il colloquio orale. Ma una domanda è sulla bocca di molti: quanto conta davvero il voto finale della maturità? È ancora una carta vincente o si tratta di un numero che, al termine del percorso scolastico, ha un valore più simbolico che pratico?

Vediamo insieme cosa dice la normativa e quali sono le vere implicazioni del voto di diploma, tra università, concorsi pubblici e mondo del lavoro.


All’università il voto conta… ma non sempre

Nel sistema universitario italiano, il voto della maturità non è un requisito essenziale per l’ammissione alla maggior parte dei corsi di laurea. Le facoltà a numero chiuso, come Medicina, Architettura o alcune Scienze della formazione, richiedono il superamento di un test di ingresso nazionale. In questi casi, il punteggio ottenuto al test è l’unico vero discriminante.

Tuttavia, alcune università private e diversi atenei esteri prendono in seria considerazione il voto di maturità. Un punteggio alto può essere un vantaggio concreto per chi intende intraprendere un percorso universitario fuori dall’Italia, dove l’esito dell’Esame di Stato può influenzare l’accesso o fornire punteggi aggiuntivi nelle selezioni.

Per i corsi ad accesso libero, invece, spesso viene richiesto un test di autovalutazione. In questi casi il voto di maturità può essere secondario, ma non del tutto irrilevante: alcuni atenei lo usano come criterio di attribuzione di borse di studio o per formare graduatorie interne.

Nei concorsi pubblici: niente sbarramenti, ma il voto può pesare

La legge delega n. 124 del 2015 ha abolito qualsiasi sbarramento per voto nei concorsi pubblici. In altre parole, oggi non è più possibile escludere candidati in base al voto di diploma.

Tuttavia, nelle selezioni con un elevato numero di partecipanti, alcune amministrazioni attribuiscono punteggi diversi a seconda della fascia di voto. Ciò significa che, pur non essendo un requisito d’accesso, il voto della maturità può comunque influire nella fase di valutazione dei titoli. Un 100, in questi casi, garantisce un punteggio più alto rispetto a un 60.

Chi si candida a un concorso con una valutazione bassa, quindi, parte spesso con un piccolo svantaggio. In situazioni altamente competitive, può fare la differenza.

Il voto di maturità nel mondo del lavoro

Nel settore privato, non esistono regole fisse. Tuttavia, un voto di diploma alto può influire positivamente nei processi di selezione, specialmente nei settori tecnici o tra i diplomati che non proseguono all’università.

A parità di curriculum, chi si è diplomato con un punteggio eccellente può risultare più attrattivo per le aziende. Questo vale soprattutto per percorsi professionali e istituti tecnici dove il diploma rappresenta la qualifica principale d’ingresso nel mercato del lavoro.

Un voto alto apre le porte alle borse di studio

Un altro ambito in cui il voto di maturità conta eccome è quello delle borse di studio. Molti atenei italiani premiano gli studenti che ottengono il massimo dei voti con esoneri totali o parziali dalle tasse universitarie.

Inoltre, il Ministero dell’Istruzione ha istituito l’Albo nazionale delle eccellenze, una vetrina riservata ai diplomati con 100 e lode. Questo strumento consente a studenti brillanti di ottenere premi, incentivi economici e, in alcuni casi, di essere notati direttamente dalle aziende in cerca di giovani talenti.

Un 60 può bastare, ma un 100 aiuta

In sintesi, il voto della maturità non è tutto, ma può fare la differenza. Non è un ostacolo per iscriversi all’università o partecipare ai concorsi pubblici, ma in molti contesti può rappresentare un vantaggio competitivo.

Per chi guarda al futuro con ambizione – che si tratti di continuare gli studi, cercare lavoro o ottenere una borsa di studio – puntare al massimo può aprire più porte di quanto si pensi.

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