Meno di 100 persone lo parlano: Custodito in un piccolo borgo italiano | Ecco il dialetto più raro del mondo

In Italia non esiste solo una straordinaria varietà di paesaggi e sapori, ma anche una ricchezza linguistica senza paragoni. Accanto all’italiano, convivono decine di dialetti e lingue minoritarie, ciascuna con la propria storia, grammatica e musicalità. Tra questi, ce n’è uno che si distingue per la sua rarità assoluta: si chiama töitschu ed è parlato da meno di cento persone.
Dove si parla il töitschu
Il töitschu non è un dialetto come gli altri. Si tratta di una variante del tedesco walser, portata in Italia nel Medioevo da popolazioni germaniche. Questo idioma sopravvive oggi esclusivamente nel comune di Issime, in Valle d’Aosta, una piccola località incastonata nella Valle del Lys. Issime conta circa 375 abitanti e solo una parte di loro – meno di cento – è madrelingua töitschu. Altri, circa duecento, riescono a comprenderlo o lo parlano occasionalmente.
Una lingua a rischio estinzione
Il töitschu è considerato una delle lingue più a rischio in Europa. La trasmissione alle nuove generazioni è quasi nulla e i pochi parlanti rimasti appartengono prevalentemente alla fascia più anziana della popolazione. Se non si interviene con iniziative concrete di conservazione e promozione, questa lingua rischia di scomparire nel giro di pochi decenni.
Le origini del töitschu
La storia del töitschu inizia nel XIII secolo, quando popolazioni walser provenienti dal Vallese svizzero si stabilirono in alcune valli alpine italiane. Portarono con sé la loro lingua e le proprie tradizioni, che nel caso di Issime rimasero sorprendentemente isolate dal resto del mondo. Questo isolamento ha permesso al töitschu di conservare caratteristiche arcaiche, rendendolo un oggetto di studio affascinante per i linguisti.
Cosa rende il töitschu così speciale
Il töitschu è un mosaico linguistico di grande valore:
- Fonologia e lessico conservano parole e suoni ormai scomparsi anche nelle altre varianti walser.
- Influenze esterne: nel tempo ha integrato elementi provenienti dall’italiano, dal francese e dal piemontese, creando una combinazione linguistica unica.
- Tradizioni orali: è legato a riti, canti e racconti della comunità di Issime, che sopravvivono solo grazie alla memoria collettiva.
I tentativi per salvare la lingua
Non tutto è perduto. In Valle d’Aosta sono attive diverse associazioni culturali che cercano di documentare il töitschu attraverso registrazioni, pubblicazioni e corsi per bambini e adulti. Anche il mondo accademico si sta muovendo per analizzare e salvaguardare questo straordinario patrimonio immateriale.
Non solo töitschu: le altre lingue invisibili d’Italia
Il töitschu non è l’unica lingua minoritaria italiana a rischio. Anche il croato molisano e il greco-italiota (parlato in alcune zone della Calabria e della Puglia) stanno scomparendo, con una popolazione parlante che raramente supera le poche centinaia di individui.
La storia del töitschu è un esempio toccante di quanto sia fragile il nostro patrimonio culturale. Mentre l’attenzione si concentra su tematiche globali, in silenzio rischiamo di perdere piccoli mondi linguistici unici. Valorizzarli significa non solo proteggerli, ma anche riscoprire una parte profonda della nostra identità.